“Scelte di procreazione: un’indagine sulle coppie in Italia” è il titolo della ricerca promossa da un gruppo di studio costituito da docenti dell’Università del Sacro Cuore di Roma e dell’Università di Udine, in collaborazione con le professioni socio-sanitarie, l’associazionismo e il volontariato sociale.
In particolare, il gruppo di studio è coordinato dalla professoressa Maria Luisa Di Pietro, direttrice del Centro ricerca e studi sulla salute procreativa del Sacro Cuore di Roma e coordinatrice del Centro studi e ricerche per la regolazione naturale della fertilità, nonché vice presidente del Comitato nazionale per la bioetica, e dalla professoressa Lorenza Driul, direttrice della Clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Udine. E lo strumento d’indagine è un questionario anonimo rivolto a coppie in età fertile residenti in Italia, che è stato validato dall’Institutional review board dell’Università di Udine, organismo indipendente e autonomo, incaricato di verificare che ogni sperimentazione preveda la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti coinvolti.
“La ricerca – evidenzia la professoressa Maria Luisa Di Pietro – ha l’intento di aiutare a capire se l’attuale situazione sociodemografica, che a livello nazionale vede una costante e importante perdita di popolazione, corrisponde ai desideri delle coppie, quali sono le scelte e le aspettative riguardo al numero di figli, quali ostacoli esistono in proposito, quali esigenze emergono dalle coppie in tema di natalità. Perciò il questionario, che si compila on-line in 10-15 minuti, nel rispetto della normativa sulla privacy, è finalizzato a predisporre interventi sanitari ed educativi adeguati alle necessità delle coppie e potrà fornire elementi utili alla programmazione di politiche familiari e di supporto alla genitorialità”.
Ecco il link per compilare il questionario. Nel materiale divulgativo è disponibile anche uno specifico Qr code, che consente l’immediato accesso al modulo.
“Attraverso la ricerca – riprende Di Pietro – vogliamo approfondire le scelte praticate dalle coppie in tema di genitorialità, i criteri presi a riferimento, il grado di soddisfazione per le scelte fatte, il livello di condivisione all’interno delle coppie, a chi si rivolgono per parlare di problemi concreti della vita sessuale e della fertilità, ma anche le indicazioni che emergono dalle coppie per una ripresa della natalità in Italia”.
Oltre che tramite internet e con il coinvolgimento delle professioni socio-sanitarie, dell’associazionismo e del volontariato sociale, il questionario è stato divulgato attraverso i canali istituzionali delle aziende sanitarie italiane, ma anche negli ambulatori, tra i medici di base, nei consultori familiari e nelle università, come pure tramite i social.
Le domande contenute nel questionario anonimo riguardano, ad esempio, il numero di figli desiderati, gli eventuali ritardi nell’assumere la decisione di averne, le motivazioni di tali ritardi, la presenza di figli in affido o in pre-adozione. E, dopo un approfondimento sulle scelte contraccettive, sul grado di conoscenza ed interesse per i metodi di regolazione naturale della fertilità, che sono sempre più conosciuti per l’affidabilità, il rispetto dell’ecologia umana e della vita di coppia, viene dato spazio ad eventuali segnalazioni sulle carenze del questionario e ai suggerimenti sui temi oggetto dell’indagine.
A breve, il questionario dovrebbe esser esteso anche agli italiani residenti all’estero. Infatti, il gruppo di ricerca vuole verificare se esistono delle differenze rispetto ai connazionali in patria, in termini di propensione alla procreazione e di motivazioni a sostegno della genitorialità.
In conclusione, la professoressa Di Pietro evidenzia che “il gruppo di studio non vuole avventurarsi solo nel campo delle statistiche, ma ricerca le motivazioni che portano le coppie a desiderare di avere dei figli e gli ostacoli che trovano sul loro cammino. Infatti, proprio prendendo sul serio le previsioni dell’Istat, che stimano per il 2070 un’ulteriore perdita di 10 milioni di italiani, con il calo della popolazione nazionale a 48 milioni, ci chiediamo cosa possiamo fare per invertire la rotta ed evitare il collasso della società italiana”.
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