Il video “segreto” diffuso dalla Guardia di Finanza ha visto un immediato comunicato di risposta pronunciato da Autostrade per l’Italia, nello stesso giorno in cui con un’altra nota viene contestata la relazione del Mit che intende revocare le concessioni autostradali al gruppo Aspi. «Il video non inquadra tutti i componenti essenziali del ponte e ad oggi, sulla base del video e dei parziali risultati del primo incidente probatorio non è possibile affermare che il crollo sia stato determinato dal cedimento dell’attacco degli stralli» spiegano gli esperti di Autostrade per l’Italia. Gli stessi consulenti Aspi, conclude poi la nota, «continueranno a collaborare affinché le cause del crollo vengano accertate, comparando anche le risultanze dei diversi filmati messi a disposizione, che hanno diversi livelli di elaborazione delle immagini rispetto all’originale». Nel frattempo comunque le impressionanti immagini viste nel doppio video secretato fino ad oggi, «ci ricordano l’immane tragedia del 14 agosto che resterà per sempre nel cuore di tutti», concludono i responsabili di Autostrade. (agg. di Niccolò Magnani)
“ROTTURA TIRANTE CAUSA DEL CROLLO”
Crollo Ponte Morandi, video secretato diffuso a quasi un anno dalla tragedia di Genova. La Guardia di Finanza ha diffuso ai media una sequenza inedita del dramma del 14 agosto 2018: le immagini sono quelle registrate dalle telecamere di sorveglianza dell’azienda Ferrometal, che si occupa del recupero di rottami metallici e che si trova a qualche centinaio di metri dal Ponte Morandi. Fino ad oggi, lunedì 1 luglio 2019, il video era stato secretato in quanto oggetto di indagini da parte della Procura di Genova: si tratta di una delle prove principe per capire la dinamica del crollo e osservando la sequenza è chiaro il perché. Le immagini mostrano il ponte Morandi immobile e stabile, fino al momento del cedimento della struttura: l’impianto si sbriciola su sé stesso, inghiottendo auto e camion che lo stavano percorrendo.
CROLLO PONTE MORANDI, IL VIDEO SECRETATO
Il video mostra con chiarezza uno dei tiranti della pila numero 9 del viadotto del Polcevera che si spezza: dopo qualche secondo anche un altro tirante si piega, il ponte non regge più e ben 240 metri crollano al suolo. Un dramma che ha segnato la storia recente del nostro Paese e che ha provocato la morte di 43 persone. Come evidenzia La Stampa, la sequenza diffusa dalla Guardia di Finanza sembra confermare l’ipotesi degli inquirenti: il crollo infatti sembra originato dal cedimento di uno strallo, quello sud-ovest. Una rottura determinata dallo stato avanzato di corrosione dei cavi interni, rivestiti di cemento e dunque difficili da controllare. Nel mirino nelle scorse settimane i mancati controlli sulla struttura, con le indagini mirate ad accertare eventuali responsabilità. Un nuovo capitolo della tragedia genovese, proprio nei giorni della demolizione di quel che resta della struttura: attesi aggiornamenti…