Caro Direttore,

L’informazione, soprattutto Tv, ama lo stato d’allarme e il ruolo di megafono delle tante negatività tipiche della nostra adolescente democrazia. Ed ecco l’operazione “razzismo” brillantemente avviata, mentre al contrario io insisto imperterrita a negarlo. Queste le mie considerazioni: una suggerita da una sorridente ragazza diversi anni fa. Alla mia domanda sul perché si accompagnasse a giovani poco raccomandabili e se non ne avesse paura, la risposta fu «vede la violenza oggi è di moda». Un’altra quella dei sassi dai cavalcavia; non credo proprio che si facessero piombare i grossi sassi solo su automobilisti di colore. Un’altra ancora è storica; un esperto snocciolerebbe quanto a razzismo quali fossero autentici e quali spuri. Poi c’è da sentire Fatema Mernissi, notissima scrittrice marocchina musulmana e democratica. Ci ha raccontato nei suoi numerosi libri che nei Paesi musulmani tutte le volte che “la politica” falliva nel consenso popolare ne attribuiva la responsabilità alla donna e all’alcool. Naturalmente “capro espiatorio” d’eccellenza la donna. Da lì esplodeva (e credo ancora oggi) l’ulteriore stretta ai costumi e ai diritti femminili e la violenza pubblica e privata incrudeliva su di lei: ma lo scopo di dirottare l’attenzione di massa era raggiunto. Oggi in India, cristiani uccisi e perseguitati per crimini non commessi, ottimi come capri espiatori di ben altre problematiche. Infine il bullismo e gli estremismi giovanili, per me eruzione ormonale. Loro abituale corollario il linguaggio della violenza sulle cose (scuole allagate cassonetti bruciati panchine e tettoie alle fermate di autobus distrutte, scritte dileggianti estremiste e “razziste”sui muri – scimmiottati pericolosi luoghi comuni – bottiglie e vetri infranti e sporadica violenza gratuita sulle persone, stupri compresi), si tratta forse di razzismo italiano contro Italiani?! Infine è da aggiungere la violenza negli stadi; non mi risulta che vengano aggrediti solo i tifosi di colore. Quale la deduzione?



Nel nostro allarme razzista cui in parte ha contribuito l’insuccesso di una parte politica, mi pare trattarsi di pseudo-razzismo. Ma i nostri ragazzotti avallati dalla denunciata deriva razzista in Italia ora sanno con chi prendersela nelle loro  violente anche se abituali bravate, da convinti legittimati a un protagonismo molto ambito. Poi se sono immigrati a rubare massacrare e a stuprare cittadini italiani nessuno si sogna di chiamarli razzisti anti-italiani, ma solo criminali. In entrambi i casi mi sembra trattarsi d’ordinaria violenza. Tuttavia alla lunga una certa insofferenza anche nel cittadino più equilibrato e antirazzista si è materializzata per una rosa di motivi, dallo scriteriato concetto dell’accoglienza senza limiti alla mancata severa analisi della disponibilità all’integrazione e all’inosservanza della capacità reale d’assorbimento di un’Italia dai confini indifendibili. La tanto invocata casa all’immigrato; ne saremmo tutti felici se non sapessimo dei troppi giovani connazionali che si dannano l’anima non dico per comperarsi un alloggio (vedi la tragedia mutui) ma anche solo per affittarlo.Tutto ciò insieme a molto altro, ha creato i presupposti, ripeto, non di razzismo ma d’insofferenza, però sufficiente a lanciare nel mercato politico un capro espiatorio. In sostanza ritengo dannoso battere sull’allarme razzismo (anche se qualche gruppuscolo razzista c’è sempre ovunque) perché rischia se non proprio di crearlo, di farne il luogo comune che non di rado produce lo stesso effetto di una realtà. L’allarme semmai è nel rischio in cui verserebbero la nostra Costituzione e le nostre regole d’imbastardirsi a spese dei diritti umani e civili e a un prezzo altissimo a scapito delle donne. Infine a doveroso monito contro incontrollate pulsioni si ponga sempre in primo piano la dedizione di uomini e di  donne delle nostre strutture militari e sanitarie che si prodigano nel salvataggio di tanti disperati per di più sfruttati dai loro connazionali, e nella loro cura e assistenza. A questi Italiani diciamo grazie. L’insofferenza di tanti concittadini mi pare più assimilabile a quella nei confronti delle prostitute, dove spesso si confonde l’apparenza con la sostanza. Tra i nemici che accomunano tutti in tutte le civiltà troviamo la violenza del linguaggio la belluina ambiguità della cultura e la crudeltà di troppe tradizioni.



(Gloria Capuano)

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