I blocchi del traffico sono inutili per l’ambiente e costosi, dovrebbero essere sostituiti con altri provvedimenti. Così la pensa il presidente dell’Aci, Automobile Club d’Italia Enrico Gelpi, che dice basta ai blocchi del traffico in apertura della 64esima Conferenza del Traffico e della Circolazione di Riva del Garda.
Secondo l’Aci si tratta di provvedimenti «demagogici» che poco aiutano la salute pubblica: «Gli automobilisti – ha detto il presidente dell’Aci – chiedono interventi seri, strutturali e permanenti. Nonostante i blocchi, le domeniche a piedi, le limitazioni alla circolazione, eco-pass e altre ingegnose trovate, l’aria che si vorrebbe rendere più pulita continua a restare sporca».
L’Aci invita i Comuni ad andare oltre la politica dei divieti e intraprendere un nuovo percorso con interventi integrati e sistemici. Serve una legge-quadro che stabilisca l’obbligo della Valutazione di Impatto sulla Mobilità per ogni intervento di edilizia residenziale e commerciale.
La legge dovrebbe fissare criteri uniformi nazionali in base ai quali i Comuni possano predisporre provvedimenti di limitazione della circolazione, stabilire le tipologie di veicoli e le loro dotazioni tecnologiche (filtri antiparticolato, motori Euro5, ecc.), i criteri delle politiche tariffarie per l’accesso ai centri urbani, individuare alternative di trasporto al mezzo privato, definire una segnaletica uniforme e studi metodologie per il monitoraggio e la comunicazione pubblica dei risultati.
Secondo l’Aci, occorre ridurre le emissioni dei veri responsabili dell’inquinamento: centrali elettriche (che producono il 25% della CO2), riscaldamenti domestici (23%) e industrie (19%, contro il 5,5% delle auto); investire nel Trasporto Pubblico Locale, per renderlo competitivo rispetto al mezzo privato; giungere a un’adeguata gestione della sosta sia in termini tariffari e sia di maggiore disponibilità di posti e modificare – alternandoli – gli orari di scuole, uffici, servizi pubblici e negozi, in modo da evitare che tutti siano costretti a muoversi nelle stesse ore.
Sugli ingressi a pagamento nelle aree urbane, i cosiddetti provvedimenti di “congestion charge”, il presidente dell’Aci, guardando ad alcune esperienze europee, è possibilista, «a condizione gli automobilisti si vedano restituire i soldi pagati con l’adeguamento delle infrastrutture e il miglioramento della viabilità. Nel nostro Paese invece – si pensi all’eco-pass milanese – gli ingressi a pagamento finiscono per scontentare i cittadini e non producono alcun beneficio concreto sull’ambiente, alimentando il dubbio che i Comuni se ne servano per alimentare le proprie casse, come nel caso delle multe».
«Il vero problema è che in Italia – dice Gelpi – si fa una fatica immane a creare una nuova cultura della mobilità. Se oggi più del 75% degli italiani usa l’auto per andare a lavorare, malgrado la cronica assenza di parcheggi e gli elevatissimi costi di gestione, il motivo la mancanza di un trasporto pubblico efficiente e un sistema d’intermodalità nei trasporti che continua a esistere solo nel libro dei sogni».



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