Una premessa: tutti i lettori del Sussidiario.net sono invitati a Golosaria, la manifestazione che apre le porte quest’oggi, sabato 8 novembre, fino a lunedì 10 all’Hotel Melià di via Masaccio a Milano. Basta andare sul sito www.golosaria.it e scaricare l’invito.

Golosaria si tiene a Milano, ma anche a Torino, dal 22 al 24 novembre, con due formule diverse. Perché Golosaria? Bè intanto il nome fa il verso a Il Golosario, la guida alle 1000 e più cose buone d’Italia che esce in questi giorni per l’11^ edizione. È il nostro modo di mettere su un piedistallo quella microeconomia che rappresenta il gusto, fatta di contadini che hanno potenziato le loro tradizioni e di artigiani alimentari che vivono nei mille paesi d’Italia.



Una volta all’anno li invitiamo, a contatto con il nostro pubblico, per mettere su un piedistallo questo lavoro incredibile che racconta un artigianato che non si è mai appiattito. Ma Golosaria è anche un laboratorio di idee e di riflessioni. Una su tutte è sul valore del posto a tavola nella nostra civiltà. Lo scorso anno fu Francesco Alberoni a fare una riflessione in questo senso; quest’anno saranno Alessandro Meluzzi, insieme con Anna Bartolini e Guido Clericetti che ha illustrato la nuovissima edizione di Adesso, il libro per la famiglia giunto alla seconda edizione. Si parlerà di consumi nell’era del low cost, ma anche di quale posto debba avere il gusto. Anacronismo? No, piuttosto c’è un panico generalizzato che sembra incapace di trattenere il valore delle cose.



Nel dopoguerra, a Milano, un giovane barman di stanza all’Hotel Principe e Savoia creò l’Aibes e poi Iba, l’associazione internazionale dei barman. Era Angelo Zola, un uomo che con la sola forza delle relazioni (mandava 10.000 biglietti di auguri a Natale), creò in un momento di assoluta povertà un mestiere, che oggi fa il Made in Italy nel mondo. Con noi ci saranno anche il nipote di Hemingway e Santo Versace, lo scrittore Luca Doninelli e il maestro Vince Tempera, insieme tra i tavoli dei caffè storici d’Italia che verranno a Golosaria ad allestire angoli dei loro ritrovi e con le loro specialità.

Tutto il resto di ciò che accadrà domenica e lunedì, sarà la proiezione di un sistema, fatto di azienda e giovani imprenditori, di negozi e di cantine, ossia di un’economia reale che abbiamo messo insieme sui nostri libri: la GuidaCriticaGolosa e Il Golosario, proprio per sostenere i territori. Ma parleremo anche del Calice Sicuro, ossia di come non aver paura di misurarsi dopo aver mangiato, prima di mettersi in viaggio e della civiltà contadina, che affonda le radici il quel monachesimo benedettino, che sarà premiato domenica, con un omaggio ai monaci della Cascinazza e alla loro birra. Tutto questo e altro ancora è Golosaria, nel segno della positività.