Lisbona, 6 novembre 2008. «Le buone notizie non mancano: sembra infatti che il consumo di sostanze stupefacenti in Europa si sia stabilizzato e si possono osservare progressi nel modo in cui gli Stati membri dell’UE affrontano la questione» hanno affermato Marcel Reimen e Wolfgang Götz, responsabili dell’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, a commento della nuova Relazione annuale 2008: evoluzione del fenomeno della droga in Europa [leggi qui]. L’Italia non sembra però invitata alla festa: e non è una sorpresa. 



Se nell’UE si osservano segnali di stabilizzazione o declino nel consumo di cannabis va notato che l’Italia si colloca tra i primi posti in Europa, con la Spagna, nel consumo di questa droga: l’11,2% della popolazione tra i 15 e i 64 anni ne ha fatto uso nell’ultimo anno, e il 5,8% nell’ultimo mese. Unica notazione: dal 2006 in avanti in Spagna si è avuto un rallentamento nel consumo grazie a specifiche campagne di prevenzione [leggi qui], mentre in Italia l’uso di cannabis è, come quello di tutte le droghe, in costante aumento [cfr. ilsussidiario.net]. Grave anche la situazione dell’abuso di cocaina, soprattutto tra la popolazione giovanile: se nell’ultimo anno 3,5 milioni di persone tra i 15 e i 34 anni, e 2 milioni tra i 15 e i 24 anni, ne ha fatto uso nell’UE, l’Italia si distingue ancora in negativo: nell’ultimo anno il 3,2% della popolazione italiana tra i 15 e i 34 anni l’ha consumata, avvicinando il nostro Paese ai consumi record di Spagna e Regno Unito. Secondo l’Osservatorio Europeo il costo sociale pagato dal nostro Paese a causa del consumo di sostanze illecite è rilevante: pari a circa 6473 milioni di euro, in gran parte destinati alle attività di polizia e per il resto suddivisi tra servizi sociali e sanitari, perdita di produttività dovuta ai consumatori di droga e al disagio vissuto indirettamente dalla comunità. 



Particolare preoccupazione per le famiglie italiane nasce poi dall’allarme lanciato dall’Osservatorio sull’aumento di “negozi di droga on line”. Che Internet fosse il nuovo crocevia delle droghe lo aveva già sottolineato il prof. Fabrizio Schifano al Convegno “Dipendenze. Nuovi scenari e nuovi approcci. Aspetti tecnici e scientifici” tenutosi a Verona nel maggio-giugno 2007 [leggi qui]: il Web sta diventando l’avamposto dei trafficanti delle droghe sintetiche (come l’ecstasy) e delle droghe “ecologiche” (piante, funghi, erbe con qualità psicoattive). Un fatto ben recepito, e da tempo, dai produttori, dai trafficanti, e dagli esperti di marketing che ne curano gli interessi e hanno fiutato l’enorme business che si dischiude con la piazza di Internet. Il Regno Unito sembra concentrare almeno la metà di questi negozi, ma va ricordato che il pericolo per gli adolescenti italiani (soprattutto se muniti di carta di credito) è dietro l’angolo: pochi genitori e insegnanti sanno, ad esempio, che se un ragazzo cerca di raccogliere informazioni sulla cannabis in una delle note “enciclopedie” on line si imbatte facilmente in articoli che ne banalizzano l’uso, la presentano come innocua, ne vendono i semi, o invitano a manifestazioni in cui questa droga è promossa.



Di particolare interesse inoltre l’allegato, che accompagna la Relazione, Drugs and vulnerable groups of young people [leggi qui]: lo studio riassume e presenta i fattori di rischio che producono, nella vita dei bambini o degli adolescenti, l’avvicinamento all’alcol e alle sostanze stupefacenti. Tra questi fattori si sottolinea finalmente l’importanza della famiglia, vittima in Italia di una continua svalutazione, basti pensare alla tempesta che da diverse parti si abbatte su di essa, continuamente erosa dalla “fabbrica dei divorzi” come l’ha chiamata lo studioso Massimiliano Fiorin [leggi qui]. Secondo l’Osservatorio: uso di sostanze psicoattive in ambiente famigliare, abbandono, conflitto tra i coniugi, assenza di controllo e di monitoraggio sulla vita dei figli da parte dei genitori, bassi livelli di interazione tra genitori e adolescenti sono condizioni che determinano esponenzialmente il rischio di caduta negli stupefacenti.

Sta finalmente cambiando, poi, anche l’atteggiamento dei giovani europei verso le droghe: un’indagine di Eurobarometro [leggi qui] ha mostrato che una percentuale compresa tra l’81% e il 96% degli intervistati ritiene elevato il rischio connesso al consumo di sostanze quali eroina, cocaina ed ecstasy. Le opinioni riguardo al consumo di cannabis sono invece meno omogenee: Eurobarometro fa notare che, nell’Europa dei giovani, assistiamo a una posizione ancora indecisa, sebbene in netto mutamento positivo: il 67% dei giovani europei vuole che l’uso libero (legalizzazione) di marijuana e hashish venga impedito. L’Italia però rappresenta, anche rispetto alla più giudiziosa assertività mostrata dai ragazzi europei verso questa droga, il fanalino di coda: il terzultimo posto. Negli adolescenti italiani non sono cresciute infatti, rispetto agli anni passati, la percezione dei rischi e la disapprovazione dell’uso di cannabis: essa è maggiormente tollerata e considerata meno rischiosa delle altre droghe, atteggiamento privo di attenzione e responsabilità, che si manifesta soprattutto man mano che i ragazzi crescono.

Secondo l’Osservatorio, nonostante tutto, l’Italia sta tentando di colmare il ritardo (con Malta e’ stata fino a poco tempo fa l’unico paese a non essersi dotato entro il 2005 dell’organico piano di lotta alle droghe quadriennale previsto dall’Unione Europea): «il primo piano d’azione dell’Italia in materia di droga interesserà un periodo di tempo di un anno e sarà seguito da un piano d’azione quadriennale (2009-2012), che si sincronizzerà con il nuovo piano d’azione dell’UE». E in effetti il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, ha presentato il 15 ottobre a Palazzo Chigi la nuova Campagna informativa 2008 del Dipartimento per le Politiche Antidroga, sugli effetti negativi per la salute derivanti dall’uso di tutte le sostanze psicoattive. Spot radio e video [leggi qui], oltre a qualche pagina sui giornali nazionali, cominciano a comparire con un messaggio chiaro: «Le droghe, tutte le droghe, anche se prese una sola volta danneggiano il cervello». Attendiamo dunque, con un po’ di fiducia, gli sviluppi e gli esiti di questa nuova iniziativa. Purché porti a una svolta decisa.