Città del Vaticano – Messa di suffragio, questa mattina in Vaticano, per l’arcivescovo caldeo di Mosul, monsignor Paul Farraj Rahho, rapito il 29 febbraio e ritrovato morto il 13 marzo, presieduta da Papa Benedetto XVI nella Cappella Redemptoris Mater nel Palazzo apostolico. Il Papa ha espresso sostegno «all’amata Chiesa che in Iraq soffre e prega» e ha auspicato che «i cristiani sappiano trovare la forza per non perdersi d’animo nella difficile situazione che stanno vivendo». Quello di monsignor Rahho, ha poi aggiunto Benedetto XVI, possa rappresentare «un esempio per tutti gli iracheni di buona volontà, musulmani e cristiani, per costruire una società di diritto, umana e di reciproca comprensione».



«Violentemente strappato alla vita» – Alla messa hanno preso parte numerosi cardinali e vescovi, tra cui il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, e il Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, cardinale Leonardo Sandri. Era inoltre presenta una delegazione della comunità caldea di Roma. Durante il momento delle intercessioni è stato ricordato ancora una volta l’arcivescovo «violentemente strappato alla sua vita». «Ha subito una prigionia drammatica – ha concluso il Pontefice – dove giunse forse già ferito». Benedetto XVI ha infine parlato di una «indegna sepoltura, dove sono state ritrovate le sue spoglie mortali».



La nota dell’Ucoii – Anche l’Ucoii ha espresso cordoglio per la morte di Mons. Raho. Il presidente dell’Unione delle comunità islamiche in Italia, Mohamed Nour Dachan, ha parlato in una nota di «profondo dolore per la drammatica scomparsa» del vescovo caldeo di Mossul, Paulos Faraj Rahho, e «la più ferma condanna nei confronti di qualsiasi atto contro religiosi o luoghi di culto di qualsiasi confessione, atti contrari all’insegnamento del Signore e del Suo Profeta Muhammad». «Gli assassini – continua Dachan – sono gli stessi che hanno ucciso incessantemente centinaia di migliaia di iracheni, musulmani sunniti e sciiti».

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