Benedetto XVI compirà un viaggio negli Stati Uniti, nelle città di Washington e di New York, dal 15 al 20 aprile per dare speranza al Paese e soprattutto ai cattolici americani, secondo quanto ha annunciato egli stesso in un videomessaggio diffuso ieri. I cattolici sono 67 milioni e mezzo, su un totale di 300 milioni di abitanti degli Stati Uniti. La visita di Benedetto XVI in Usa ha luogo dopo che la Chiesa locale ha attraversato anni difficili.
Il messaggio di speranza – «Insieme con i vostri Vescovi, ho scelto come tema del mio viaggio tre semplici ma essenziali parole: “Cristo nostra speranza” dichiara il Pontefice – Sulle orme dei miei venerati predecessori, Paolo VI e Giovanni Paolo II, per la prima volta verrò da Pontefice negli Stati Uniti d’America, portando con me questa grande verità: Gesù Cristo è la speranza per gli uomini e le donne di ogni lingua, razza, cultura e condizione sociale. Sì, Cristo è il volto di Dio apparso tra noi – continua il Pontefice – grazie a Lui la nostra vita trova la sua pienezza ed insieme possiamo formare una famiglia di persone e di popoli che vivono in fraternità».
La visita all’Onu – Il messaggio di speranza arriverà anche all’Assemblea delle Nazioni Unite: il Papa sarà infatti al Palazzo di Vetro il 18 aprile in occasione del sessantesimo anno della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. «Il mondo ha più che mai bisogno di speranza: speranza di pace, di giustizia, di libertà – contnua nel messaggio il Papa – ma non potrà realizzare questa speranza senza obbedire alla legge di Dio, che Cristo ha portato a compimento nel comandamento di amarci gli uni gli altri». Il discorso all’Assemblea generale, che sarà ascoltato da tremila persone in rappresentanza dei centonovantadue stati membri, sarà centrato, secondo il portavoce della Santa Sede, sulla tematica dei diritti dell’uomo, del loro fondamento, della loro unità e indivisibilità. Visto il ruolo importante che la Cina ricopre in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sarà imposibile non cogliere un riferimento all’attuale dramma del Tibet.
Gli incontri – Benedetto XVI si riunirà per un incontro privato con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon. Saluterà poi i rappresentanti delle delegazioni e incontrerà in forma privata il Presidente dell’assemblea, il Presidente del Consiglio di Sicurezza e sessanta funzionari delle Nazioni Unite. Anche lavoratori e impiegati dell’organizzazione internazionale potranno ascoltare il Papa. Terminati gli incontri, il Pontefice visiterà la Sala di Meditazione (Meditation Room), in cui si sono raccolti in silenzio anche gli altri Papi che hanno visitato il Palazzo di Vetro: Paolo VI e Giovanni Paolo II.
La Santa Sede – non è membro con diritto di voto delle Nazioni Unite, ma ha lo statuto di osservatore permanente, che le dà il diritto di partecipare al dibattito dell’Assemblea Generale, il diritto di replica, il diritto di vedere diffuse le sue comunicazioni come documenti ufficiali dell’Assemblea e quello di promuovere bozze di risoluzioni e decisioni che facciano riferimento all’attività della Santa Sede.