Siamo ormai giunti agli sgoccioli della petizione sull’aiuto alimentare che è stata promossa dalla Commissione europea in seguito alla riduzione delle scorte di intervento causate dalla recente riforma della PAC (Politica agricola comune). Nella nuova Unione Europea a 27 stati, più di 40 milioni di europei non hanno cibo a sufficienza. Tutto questo contribuisce ad inasprire l’emergenza in corso. Le scorte d’intervento pubblico comunitario si stanno lentamente e inesorabilmente estinguendo fisicamente e da adesso anche dal punto di vista giuridico. Con il programma di aiuto alimentare basato sulle eccedenze, l’UE aveva dimostrato di credere davvero nell’efficacia e nella convenienza di seguire il principio di sussidiarietà, per rispondere alle esigenze dei cittadini.
È indispensabile riavvicinare la vita delle istituzioni alla vita dei cittadini, il paese legale al paese reale, l’economia alla società.
Con la petizione, la Commissione europea intende chiamare in causa i cittadini per andare a fondo del problema e per sensibilizzare la loro opinione circa gli strumenti da impiegare per fronteggiare un problema grave e che li tocca personalmente in gran numero. Mi preme sottolineare l’importanza e il carattere straordinario dell’iniziativa, soprattutto perchè, pur senza alcun obbligo giuridico, la Commissione prenderà in considerazione i risultati della petizione nel momento in cui verranno effettuate valutazioni ed elaborate proposte per fronteggiare l’emergenza. La proposta di un nuovo regolamento sugli aiuti alimentari agli indigenti della Comunità figura nel programma di lavoro legislativo della Commissione ed è prevista per la fine del 2008. In base alle risposte dei cittadini dell’Unione si decideranno anche gli strumenti che verranno mobilitati per raggiungere gli obiettivi. Proprio per questo non ci sono ancora notizie circa gli sviluppi e circa le misure che verranno prese a breve dagli organi comunitari: ogni decisione verrà presa solo dopo aver considerato attentamente tutti i fattori, e gli orientamenti dei cittadini saranno tra questi fattori.
La petizione diventa quindi uno strumento con il quale tutti i cittadini possono dare il loro contributo nel sostegno dei bisogni dei più poveri. È quello che secondo il Presidente del Banco alimentare Mons. Mauro Inzoli «contribuisce a far sì che non vada perso un patrimonio umano di amicizia e di condivisione del bisogno degli altri», anche perchè siamo di fronte ad un «evento che ha provocato nel nostro popolo una trama di amicizie che ha coinvolto milioni di persone. E la condivisione moltiplica il valore di un semplice trasferimento in denaro».
Oggi è l’ultimo giorno disponibile per la compilazione del questionario on-line disponibile sul sito della commissione europea, Direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale. Contribuiamo insieme a creare i presupposti che possano permettere alle eccedenze alimentari di rimanere una risorsa indispensabile e inestimabile per l’economia europea e per la lotta alla povertà.