«Non possiamo tacere» la nostra «preoccupazione» se si dovesse «procedere a una consumazione di una vita per una sentenza». Lo ha detto, a Sydney, il presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco in merito alla sentenza che permette di staccare il sondino per l’alimentazione a Eluana Englaro, in stato vegetativo dal 1992. «Viviamo tutti – ha detto – sentimenti di partecipazione, di dolore, di preoccupazione e di rispetto per una situazione di sofferenza».
«Da una parte – ha infatti osservato il cardinale – sono doverosi sentimenti di partecipazione al dolore, di rispetto per una situazione di grandissima sofferenza». «Ma – ha poi aggiunto – non possiamo tacere che si tratta di un momento delicato, difficile, drammatico: se si dovesse procedere a una consumazione di una vita per sentenza. Togliere idratazione e nutrimento nel caso specifico è come togliere da mangiare e da bere a una persona che ne ha bisogno, come ne ha bisogno ognuno di noi». Si tratta dunque, ha concluso Bagnasco, di un «momento di forte preoccupazione, che deve far preoccupare e riflettere seriamente tutti noi e tutte le persone di buona volontà».



La reazione del padre – «Qui non si tratta di una consumazione di una vita, ma di fare in modo che la natura riprenda il suo corso che è stato interrotto». Così risponde al cardinale Angelo Bagnasco, Beppino Englaro, il papà di Eluana, la donna di Lecco in stato vegetativo dal ’92 e per la quale i giudici di Milano hanno autorizzato la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione che la tengono in vita. Beppino Englaro, precisando di non voler entrare in polemica con la Chiesa, spiega che «il corso della natura è stato interrotto dai protocolli rianimativi che hanno portato Eluana allo stato vegetativo permanente. Questa è una condizione innaturale», ha aggiunto, ricordando ancora una volta la volontà che sua figlia aveva espresso ben prima del grave incidente di 16 anni fa. «Io non voglio insegnare niente a Bagnasco – ha precisato papà Beppino – perchè come tutte le persone ha il diritto di esprimere la propria posizione che, in questo caso, ricalca il magistero della Chiesa. Ci mancherebbe altro». Il papà di Eluana a questo proposito ha voluto di nuovo ribadire che i giudici lo hanno autorizzato, in qualità di tutore, a sospendere l’alimentazione e l’idratazione artificiali che tengono in vita sua figlia, «in modo che la vicenda clinica di Eluana riprenda il suo corso. «È la volontà di Eluana. Questa situazione – ha continuato – è stata creata clinicamente e se ne deve uscire clinicamente secondo protocolli che rispettino la persona umana».

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