«Ringrazio innanzitutto Dio e la Vergine» – Ingrid Betancourt è libera. La notizia è stata diramata dal governo di Bogotà, con l’annuncio che, oltre all’ex candidata alle elezioni presidenziali – nelle mani dei guerriglieri della Farc (Forze armate rivoluzionarie colombiane) dal febbraio del 2002 -, sono stati riportati in libertà altri 14 ostaggi: tre cittadini americani (Thomas Howes, Keith Stansell e Marc Gonsalve) e 11 militari colombiani, che a loro volta erano finiti in tempi e modalità diverse nelle mani dei rivoltosi. «Voglio ringraziare prima di tutto Dio e i soldati colombiani» sono state le prime parole pronunciate dalla Betancourt e raccolte dall’emittente radiofonica Caracol. «Ringrazio innanzitutto Dio e la Vergine e tutti coloro che hanno avuto compassione e pietà di noi ostaggi. Ho tanto immaginato quando avrei potuto riabbracciare mia madre. Potevamo soltanto sperare in voi, colombiani. Grazie a tutti voi che nel mondo ci avete accompagnati e che ci avete mantenuti vivi perché sei sempre vivo se il mondo non ti dimentica». «Lotteremo insieme – ha continuato la Betancourt – finché non saranno liberati, la comunità internazionale ci può aiutare». Poi ha esortato le Farc e il loro nuovo capo, Guillermo Leon Saenz, a «comprendere che questo è un momento storico e fare politica abbandonando le armi». Infine ha chiesto al popolo colombiano di «credere nell’esercito».
Le parole del Papa – Diverse attestazioni di gioia e felicitazione sono arrivate dagli ambienti politici di tutto il mondo. Papa Benedetto XVI ha espresso grande soddisfazione e per suo conto il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha spiegato: «E’ una bella notizia e speriamo in un segnale promettente per un cammino di vera pacificazione più ampio e duraturo in tutto il Paese».
La liberazione – «Non ci siamo resi conto di quello che succedeva, perché non c’è stato un solo sparo, non è stato ucciso nessuno, ci hanno portato fuori alla grande» ha raccontato la donna alla radio militare colombiana. Gli ostaggi, dopo la liberazione, sono stati trasportati in elicottero verso San Jose del Guaviare. La Betancourt, i tre statunitensi e gli undici militari sono stati poi trasferiti nella base aerea di Toleimada, nel dipartimento di Tolima, a meno di 190 chilometri da Bogotà. Secondo quanto annunciato il ministro della difesa colombiano, Manuel Santos, tutte le persone rilasciate sarebbero in buone condizioni di salute, ma saranno sottoposti a nuovi accertamenti sanitari. Anche il presidente della Colombia, Alvaro Uribe, si è trasferito nella base aerea di Toleimada, per accogliere gli ostaggi liberati dall’esercito.
Presto a Parigi – Ingrid Betancourt partirà domani per Parigi dove sarà ricevuta dal presidente Sarkozy. Lo ha annunciato lei stessa alla catena televisiva Rcn poche ore dopo la liberazione. Il trasferimento in Francia avverrà con lo stesso aereo su cui sono in arrivo a Bogotà il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, e i parenti della Betancort residenti a Parigi. A bordo anche il medico personale di Sarkozy, Christophe Fernandez, che visiterà l’ex candidata alle presidenziali colombiane. «Lo stato di salute di Ingrid Betancourt sembra piuttosto rassicurante ma non si può dire nulla prima di un esame approfondito» ha detto uno dei medici della delegazione, avvertendo che «dopo la liberazione gli ostaggi si trovano spesso in uno stato di euforia che non riflette necessariamente le loro effettive condizioni». Juan Carlos Lecompte, marito di Ingrid, l’ha definita «perfetta e lucida». «È solo più magra» ha aggiunto, sottolineando che «la sua liberazione provoca un sentimento così forte che le parole non possono descriverlo».
Il sequestro – Ingrid Betancourt era stata rapita il 23 febbraio 2002 dalle forze armate rivoluzionarie di Colombia (Farc) e dopo oltre 2.300 giorni di prigionia era l’ostaggio più famoso della guerriglia. Candidata dei verdi alle elezioni presidenziale del 2002 in Colombia, è stata rapita assieme alla direttrice della sua campagna elettorale, Clara Rojas, da un commando delle Farc mentre tentava di recarsi a San Vicente del Caguan, nel cuore dell’ex zona smilitarizzata della guerriglia marxista. Clara Rojas è stata liberata il 10 gennaio scorso. Da allora, è stata vista soltanto in alcuni video trasmessi dalla televisione colombiana.