È approdato in commissione Sanità al Senato il dibattito sul testamento biologico (o dichiarazione anticipata di volontà). Proprio nei giorni in cui gli eventi sul caso Englaro si susseguono senza sosta, dalla decisione del Tar contro la Regione Lombardia alle ipotesi di una nuova Casa di cura di Udine disposta ad accogliere Eluana, il procedere del dibattito in sede legislativa potrebbe arrivare in tempo brevi a dire una parola definitiva su tutta la vicenda.
Relatore del ddl di maggioranza è il senatore Raffaele Calabrò (Pdl), il quale spiega che ogni ipotesi di autodeterminazione del paziente, di cui si discute in parlamento, non può certo andare a coinvolgere quelli che sono gli elementi basilari del sostegno vitale di una persona.
Senatore, quali sono gli elementi più qualificanti del disegno di legge che la maggioranza propone su questo tema così delicato?
Gli elementi che meglio qualificano questo disegno di legge sono da una parte la decisione di legiferare sulla libertà e l’autodeterminazione del paziente rispetto a determinate cure; e dall’altra parte però l’affermazione del rispetto della vita come bene indisponibile, così come la Costituzione lo determina. L’articolo 32 della Costituzione, infatti, rende disponibile per una persona il fatto di scegliere le cure che deve fare per contrastare una determinata malattia o patologia. Questa è la libertà che la Costituzione riconosce e garantisce: il fatto di dire no a un determinato intervento o a una determinata terapia. Non dice invece nel modo più assoluto che si possa scegliere se vivere o morire; anzi, è necessario anche ricordare che il Codice penale vieta l’assistenza e la cooperazione al suicidio. L’alimentazione e l’idratazione non sono cure che vanno a intervenire su una malattia, ma sono piuttosto elementi di sostegno vitale di una persona. Se noi facessimo a meno di questo ci troveremmo ad avere scelto tra vivere o morire, e non tra il fatto di accettare o non accettare una cura.
Come si sta svolgendo il dibattito parlamentare su questo tema, sia all’interno della maggioranza, sia in rapporto all’opposizione?
Per quanto riguarda le posizioni interne alla maggioranza, abbiamo avuto diversi incontri e occasioni di confronto: naturalmente esistono posizioni diverse, ma la stragrande maggioranza di noi è d’accordo sul testo che viene presentato. Per quanto riguarda i rapporti con l’opposizione, dai dibattiti che ci sono stati nei mesi precedenti è emerso chiaramente che c’è una parte del Pd che condivide la posizione espressa nel testo da noi presentato, e che apprezza quanto da noi previsto in materia di alimentazione e idratazione. L’auspicio personale che esprimo è che si possa arrivare anche a un testo migliorato rispetto al testo base da noi proposto, proprio con l’apporto anche di contributi che vengono dall’opposizione, naturalmente nell’ambito dei principi che ispirano il testo stesso.
Un altro elemento importante del ddl di maggioranza è l’affermazione della libertà e della responsabilità del medico: qual è il significato di questa sottolineatura?
Il ruolo del medico è un ruolo forte, perché è la persona che deve rappresentare consapevolmente la verità critica, che la medicina in quel momento è in grado di offrire al paziente. Come quando si va dal medico, ed egli spiega di volta in volta, di fronte a una determinata malattia, quali sono le medicine da assumere e le modalità per farlo, allo stesso modo, quando si fa il testamento biologico e le dichiarazioni anticipate, bisogna prevedere che ci potrà essere un momento in cui la medicina si sarà evoluta e modificata. Il medico ha dunque il dovere di farsi carico di questo e di renderlo manifesto; ma non potendo presentare questa situazione a una persona che magari non è più cosciente, lo dovrà fare nei confronti del fiduciario, che ha assunto le volontà del dichiarante proprio per renderle operative e attuali insieme alla consulenza del medico.
Come giudica la decisione del Tar della Lombardia di annullare il provvedimento della direzione sanitaria lombarda sul caso Englaro?
Si tratta di un altro episodio di una lunga catena di eventi, che non fanno altro che evidenziare un’unica urgenza: dobbiamo lavorare in tempi rapidi per giungere al termine di questo iter legislativo. Non possiamo continuare a rimanere alla mercè della valutazione di un giudice piuttosto che di un altro, tutte basate su considerazioni che non hanno un fondamento legislativo di riferimento.
La decisione del Tar della Lombardia entra in conflitto con l’atto del ministro Sacconi?
L’indirizzo del ministro Sacconi è un atto chiarissimo e assolutamente corretto nella sua esposizione; come tale mantiene intatta tutta la sua validità e non viene minimamente toccato dalla decisione del Tar della Lombardia.
Ritiene che in tutte queste vicende giudiziarie ci sia stata invasione di campo da parte della magistratura nei confronti della politica?
Io penso che il parlamento avrebbe dovuto legiferare prima, e che questo episodio di Eluana Englaro ha quanto meno l’effetto positivo di aver dato una forte accelerazione in questo senso. Purtroppo è una vicenda con molti elementi negativi e lati oscuri; però è servita a farci capire che è il momento di arrivare a una legge. Diciamo che è stata negativa l’interferenza della magistratura, ma positivo l’effetto che si è generato.
La conclusione dell’iter legislativo in corso in che modo influenzerà il destino di Eluana Englaro?
Se viene approvato l’impianto del nostro ddl, per i casi analoghi a quelli di Eluana Englaro è previsto un trattamento assolutamente identico a quello che Eluana adesso sta ricevendo, vale a dire l’accoglienza in una struttura esattamente come quella in cui la ragazza viene ora accudita. Ciò su cui bisogna lavorare è dunque il potenziamento delle cure palliative e delle cure del dolore, nonché la crescita del sistema sanitario dal punto di vista degli hospice e dell’assistenza domiciliare, cioè l’assistenza ai disabili, anche gravi. La situazione attuale di Eluana, comunque, non verrebbe modificata da nessun tipo di legge, perché tutti i progetti al vaglio prevedono comunque una dichiarazione scritta, che in questo caso manca.