All’indomani dell’ingresso di quattro brigate israeliane nella Striscia di Gaza, Tsahal (l’ esercito israeliano) è avanzato su quattro diverse direttive, isolando due arterie di accesso a Gaza City e creando un cuneo nella zona centrale, all’altezza della ex colonia ebraica di Netzarim (Nusseirat). Mentre la scorsa notte al palazzo di Vetro di New York si è conclusa con un nulla di fatto la riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu, sul terreno fonti locali riferiscono che da Gaza si avvertono distintamente gli echi della battaglia e si vedono alte colonne di fumo elevarsi a nord, nella zona di Beit Lahiya, e a est, nel rione di Sajaiya. A quanto risulta, nel nord della Striscia le forze israeliane si sono appostate a centinaia di metri dal confine, nei pressi delle località di Beit Hanun, Beit Lahiya e Jabaliya: si tratta delle zone da dove per anni i lanciatori di razzi hanno sparato i loro Qassam in direzione del Neghev.
Ma nemmeno oggi la minaccia dei razzi palestinesi può dirsi rimossa. Una decina di essi e diversi colpi di mortaio sono stati sparati in direzione delle città israeliane di Sderot e di Netivot. Un milione di israeliani che vivono a meno di 40 chilometri di distanza da Gaza sono costretti anche oggi a restare in zone protette, nel timore di ulteriori attacchi. A Gaza City da diversi giorni alcuni rioni sono privi di corrente elettrica e anche le linee telefoniche sono sull’orlo del collasso.
Sulle perdite registrate nell’ultima giornata di combattimenti si sono avute notizie contraddittorie. Da entrambe le parti si denunciano tentativi di guerra psicologica e di disinformazione. Il portavoce militare israeliano ha riferito del ferimento di 30 militari, due dei quali versano in condizioni gravi. In Israele non trova per ora conferma una notizia, divulgata da mass media arabi, della morte di un militare, mentre le Brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas, sul ‘Al Jazira’ e l’egiziana ‘Nile Tv’ sostengono addirittura di averne uccisi cinque. Il portavoce militare israeliano «non è al corrente» nemmeno di un misterioso rapimento di due soldati che, sempre secondo Hamas, sarebbe avvenuto oggi a Gaza. Dal versante palestinese, Hamas ammette finora di aver perso due miliziani. Israele assicura che decine di miliziani di Hamas sono stato «colpiti» (e in parte forse uccisi) nei combattimenti della scorsa notte.
L’operazione “Piombo Fuso”, ha detto il ministro della difesa, Ehud Barak, potrebbe essere estesa oltre, a seconda delle necessita operativi. Migliaia di riservisti sono stati richiamati nelle ultime ore, secondo la stampa locale. In Israele esiste il timore che gli Hezbollah libanesi possano cercare di aprire un secondo fronte, per alleggerire la pressione israeliana su Hamas. Il premier, Ehud Olmert, ha assicurato che Israele non è interessato in un secondo fronte ma resta pronto – ha assicurato – a ogni evenienza.