I violenti nubifragi che hanno devastato la Sicilia Nord Orientale hanno causato una drammatica frana nel messinese colpendo i paesi di Scaletta Marina, Giampilieri, Briga e Scaletta Zanchea. 14 i morti finora contati e 40 i feriti. Piero Gagliardo, geografo dell’università di Cosenza, commenta la situazione
Professor Gagliardo, quanto avvenuto a Messina è imputabile al terreno o è solo responsabilità di chi ha costruito le case franate?
Le ultime notizie riferiscono che era una tragedia annunciata, i geologi stessi lo affermano. E quindi è la solita storia di licenze e di costruzioni abusive. Fa parte purtroppo della mentalità del Sud. Sono fatti che succedono anche al Nord, ma nel Sud tutto ciò avviene in modo più specifico. Non ci sono assolutamente regole e vincoli. Se sei amico dell’amico puoi fare quello che vuoi, se non sei amico non hai la licenza edilizia, di abilità eccetera. Il Sud ha un tipo di mentalità sociale che inganna, nel senso che apparentemente sembra più morbida, ma è in realtà più connivente con la delinquenza.
Al sud però sono più frequenti zone infelici sotto il profilo geologico per quanto riguarda l’edificabilità?
Sì, anche se come in ogni caso del mondo dipende da zona a zona: ci possono essere degli spuntoni di roccia su cui puoi costruire e parte della “roccia madre” su cui invece non conviene assolutamente edificare perché spesso connessa ad altri strati del terreno che si dimostrano estremamente deboli. Sono certamente situazioni geologiche più frequenti nel sud Italia. Se per assurdo si costruisse la stessa quantità di edifici abusivamente a Milano il rischio sarebbe minore. Ma pensiamo a ciò di cui ci informa la protezione civile su come vengono costruite le case anche in epoca recente da queste parti.
Ovvero?
Al di là del terreno su cui si edifica l’altro grande rischio, come spesso si è visto, è costituito dai materiali. C’è un enorme quantità nel nostro Paese di luoghi dove non solo dove si costruisce con il cemento depotenziato ma anche dove manca un’adeguata perizia. Spesso le cosiddette perizie vengono eseguite alla meno peggio.
Quali procedure preliminari occorrono per poter procedere all’edificazione?
Il terreno va studiato prima con gli esami degli strati, i sondaggi realizzati dai geologi. Ogni abitazione dovrebbe avere una relazione geologica. Per cui l’addetto alla perizia deve possedere gli strumenti adatti, perforare il terreno, ricavare il carotaggio e vedere esattamente la sua configurazione. La profondità del carotaggio varia a seconda dell’altezza della casa che si deve costruire. Questo non avviene. Ancora oggi vedi sorgere palazzi di sei piani perché i proprietari hanno sei figli e a ciascuno di loro vogliono lasciare una casa. I risultati di questo modo di fare li vediamo purtroppo oggi, come li abbiamo visti molte altre volte.
Una domanda un po’ più “tecnica”. Qual è il rischio portato dalla piogge?
Quando piove in abbondanza la penetrazione dell’acqua va a finire fino alla falda acquifera attraversando tutti gli strati del terreno. A seconda della pendenza dei terreni la parte di humus, il terreno meno stabile, si carica d’acqua e, se appoggiata sulla roccia madre, tende a scivolare trascinando con sé tutto. Se il terreno non è particolarmente compatto si staccano dei frammenti di roccia che naturalmente generano un attrito volvente molto pesante perché trasportano tutto quello che è dentro la loro linea di pendenza. E poi ci sono molte altre componenti. Un esempio riguarda i criteri con i quali è stata costituita la regimazione delle acque, la conduzione delle acque di superficie verso un alveo che possa raccoglierle e convogliarlaeverso il corso d’acqua principale. Se questo aspetto non viene curato il terreno si intride. L’effetto va dalla palude al disastro per cui, come abbiamo visto, si stacca la parte coticale, la parte fertile dell’humus precipitando verso valle. Le case vanno costruite con intelligenza non per niente esistono delle regole.