La delibera che istituisce il “registro comunale sui testamenti biologici” del Comune di Firenze va letta sul piano giuridico ma anche su quello politico. Sul piano giuridico definisco la legge un obbrobrio. È una delibera inutile, che non produrrà effetti reali. È un atto inesistente, nullo. Fare un registro su questo tema in sé non comporta effetti di alcun tipo. Inoltre il Parlamento sta votando – il Senato si è già espresso e la Camera lo sta facendo – una legge sul testamento biologico. Perché quindi una delibera comunale su questo tema, proprio adesso?



Molto probabilmente perché la delibera ha un senso politico che non deve sfuggire, e in questo senso occorre leggere quanto accaduto anche sul piano politico. È bene infatti ricordare che questo voto è tutto “made in PD”, un partito che per stessa ammissione di un candidato alla segreteria è in cerca di un “senso a questa storia”.



La delibera e la decisione del voto è stata pensata, presentata, cresciuta, difesa e infine fieramente votata dal PD. Lo stesso partito nel quale milita il primo cittadino Renzi, il sindaco cattolico che giustamente richiama, quando può, l’azione del sindaco La Pira al quale dice di ispirarsi. È una vicenda che nasce in una fase congressuale nazionale, in un PD che non esiste più, con tre candidati alla segreteria che a guardare come la pensano su tanti temi ti chiedi come possano stare insieme.

Ma nasce anche nel PD toscano, dove la fase congressuale è passata sottotono e che non ha molta simpatia per il neo sindaco, che sarà bene ricordarlo ha rotto gli schemi che qualche notabile aveva in mente per Firenze. Ci pensate se in tutte le province toscane il PD dovesse avere a che fare con un Renzi di turno?



E la vicenda è anche fiorentina, riguarda il PD di Firenze, o almeno quello che ne rimane. E può benissimo essere letta come un regolamento di conti anche alla luce delle imminenti primarie regionali.

Basti pensare che anche gli eletti nelle liste civiche di Matteo Renzi hanno votato a favore, e i voti contrari alla delibera nel centrosinistra sono stati appena 3.

E questo ha aperto un’altra questione riferita al voto dei cattolici. A sinistra sono stati molti i cattolici che si sono sentiti “lacerati” rispetto al voto e che hanno votato la delibera da “cattolici adulti”, smentendo nei fatti la novità politica incarnata dal giovane cattolico Renzi.

La delibera sul registro del testamento biologico del comune di Firenze è stata insomma un pretesto. Un pretesto che però ha un prezzo altissimo, perché per lotte interne al PD si tira di mezzo una dolorosa vicenda e la si usa per scopi politici e ideologici. Gli amici di Renzi sono avvisati: c’è una maggioranza ma non su tutto.

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