La vicenda che vede coinvolto Piero Marrazzo «sta prendendo una svolta tragica e inquietante». Così il legale dell’ex presidente della Regione Lazio Luca Petrucci ha commentato la notizia del ritrovamento del corpo carbonizzato della transessuale Brenda. 

«Ritengo giusto ora mettere sotto protezione Natalie, forse le indagini stanno scoperchiando un sistema simile a quello della Uno Bianca dove si mettevano tra l’altro a tacere i testimoni», ha detto ancora Petrucci, riferendosi a Natalie, il transessuale scoperto in compagnia dell’ex governatore del Lazio nel blitz dei carabinieri del 3 agosto scorso in un appartamento di via Gradoli.



I magistrati che indagano sulla morte di Brenda stanno lavorando sull’ipotesi di omicidio volontario. Nell’abitazione di via Due Ponti c’è stato un sopralluogo con il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli, titolari dell’inchiesta sul caso Marrazzo, il procuratore aggiunto Filippo Laviani, cui sono delegati i casi di omicidio, e il sostituto Pierluigi Cipolla, magistrato di turno. In Questura sono sentiti decine di trans, conoscenti e vicini di casa. La transessuale Natalie, lasciando la sua abitazione di via Gradoli ha detto: «Sono tranquilla. Non ho paura perchè non ho fatto nulla». E poi ancora: «Non ero amica di Brenda non l’ho mai conosciuta. Non so se l’hanno uccisa».



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La Procura ha disposto l’autopsia sul corpo del trans. Gli inquirenti hanno anche disposto gli esami tossicologici. Nel corso del sopralluogo compiuto dai magistrati è stato sequestrato un computer. Si tratterebbe del pc di Brenda ed è stato trovato nel lavandino dell’appartamento, bagnato come se fosse stato immerso in acqua.

Il particolare, rivelato da fonti investigative, farebbe supporre ad un gesto volontario per rendere il pc inutilizzabile. Il computer è stato portato via dagli uomini della Squadra Mobile della Questura di Roma per accertamenti.



 

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