L’Osservatorio Europeo sulle Droghe ha da poco pubblicato il volume Preventing later substance use disorders in at-risk children and adolescents: a review of the theory and evidence base of indicated prevention disponibile gratuitamente on line.

L’ampio studio (ben 88 pagine) intende informarci, traendo spunto dalle più aggiornate ricerche, sui fattori di rischio e vulnerabilità che possono condurre gli adolescenti all’uso di droghe conducendoli alla dipendenza. L’attenzione del report si concentra sull’esame dei problemi comportamentali e dei disturbi mentali che possono insorgere durante l’adolescenza, intendendoli eventualmente come segnali da cogliere con urgenza (da parte dei genitori, degli insegnanti o educatori, ma anche dei medici) per evitare che i ragazzi cadano vittime dell’uso di sostanze o, nel caso abbiano già iniziato, aggravino la loro posizione di consumatori di sostanze psicoattive.



Non si tratta perciò di uno studio sulla prevenzione “generica” ma su quella indirizzata ai soggetti più vulnerabili per predisposizione individuale (genetica, neurobiologica, caratteriale, psicologica…), storia personale o famigliare, condizionamento psicosociale: in che modo cioè tutti questi elementi giocano un ruolo nell’indirizzare i nostri figli verso scelte salutari o percorsi di autodistruzione. L’analisi di questi fattori è seguita, nel volume, da pratiche linee guida comprovate dalla sperimentazione svolta in diversi Paesi europei, valide per diminuire i fattori di rischio e potenziare i fattori che invece possono proteggere gli adolescenti da questo pericolo.



Diamo un rapido sguardo ai fattori di rischio e a quelli protettivi presenti nell’arco dell’età evolutiva, che ho spiegato e approfondito anche nel mio libro Adolescenti tra dipendenze e libertà. Manuale di prevenzione per genitori, educatori e insegnanti (San Paolo Ed., 2009). Tra i fattori individuali la manifestazione di un comportamento aggressivo o indisciplinato indica la presenza di un fattore di rischio, mentre la capacità di autocontrollo è un elemento protettivo. Per quanto riguarda la storia famigliare l’elemento che mette più a rischio gli adolescenti è l’assenza di attenzione e presenza educativa da parte dei genitori, mentre il monitoraggio della vita dei figli è un fattore che protegge e garantisce una crescita meno a rischio. Per quanto riguarda la relazione con i pari e l’ambito scolastico senz’altro la facile accessibilità alle sostanze e la frequentazione di amici che fanno uso sono i fattori di massimo rischio, mentre un buon andamento scolastico e la presenza nell’istituzione scolastica di chiare politiche contro le droghe e l’alcol sono i principali fattori protettivi. Nell’ambito sociale le condizioni di disagio e povertà economica sono fattori di rischio mentre un forte senso della comunità e di appartenenza ad essa sono fattori che garantiscono una crescita sana dei ragazzi.



Si tratta perciò di uno studio di grande importanza, soprattutto considerando la difficoltà in cui versa il nostro Paese riguardo al tema della prevenzione dell’uso di droga presso gli adolescenti. Come sempre è accaduto in questi anni però la possibilità di informazione in Italia non è certo agevolata: il volume è in inglese. Qualcuno lo tradurrà per renderlo disponibile alle nostre famiglie?