In silenzio, e nascondendosi il volto dietro un contenitore per documenti, Josef Fritzl si è presentato nell’aula del tribunale regionale di Sankt Poelten (Bassa Austria) per il processo che lo vede imputato di una serie di accuse aberranti, come incesto e stupro della propria figlia. La sala è piccola e contiene meno di 200 persone, fra cui i 95 giornalisti accreditati che all’entrata però hanno dovuto lasciare fuori macchine fotografiche, da ripresa e cellulari. Per le riprese è autorizzata solo la tv austriaca Orf. La sentenza è attesa per giovedì o venerdì. Fritzl si è dichiarato colpevole di stupro, incesto e segregazione, ma non di omicidio colposo e riduzione in schiavitù. In aula saranno esposte le posizioni di accusa e difesa e sarà interrogato solo l’ imputato. La testimonianza della vittima, la figlia Elisabeth, che ha oggi 43 anni, sarà invece ascoltata in sua assenza, con video registrazione di 11 ore. Né lei né i figli dell’incesto compariranno al processo. Al momento, per sfuggire agli attacchi dei media, sono di nuovo ospitati, su loro richiesta, nella stessa clinica psichiatrica regionale di Amstetten-Mauer, dove erano stati ricoverati dopo la loro liberazione. In apertura, la giudice Andrea Mauer si è appellata ai giornalisti al rispetto del vittime sottolineando che «questo non è un processo a un luogo o un’intera nazione», e che anche Firtzl ha diritto a un processo equo a «rigorosa obbiettività». Elisabeth, allora diciottenne, era stata rapita dal padre, all’ epoca 49enne, il 29 agosto 1984 e segregata in una cella sotto terra, di 60 mq, senza finestre, da lui ricavata dietro la cantina di casa ad Amstetten, All’inizio la ragazza era tenuta legata a una corda per non farla scappare. Durante 24 anni di prigionia e violenze la donna è stata violentata centinaia di volte dal padre e costretta sette volte a partorire nella sua cella. Uno dei figli nati dall’incesto, un neonato di un parto gemellare, era morto poco dopo la nascita nel 1996 e il padre bruciò il corpo in una caldaia. Per questo è accusato ora anche di omicidio colposo. Alla famiglia e la moglie, da cui pure ha avuto sette figli, Fritzl aveva raccontato che la figlia era fuggita con una setta. Nel corso degli anni aveva portato tre figli dell’incesto su a casa dalla moglie dicendo che la figlia non li poteva allevare. Gli altri tre rimasti con la madre non avevano mai visto la luce del sole fino alla liberazione il 26 aprile 2008. Alla scoperta del caso più agghiacciante della storia giuridica dell’Austria, si era giunti dopo il ricovero in ospedale della figlia maggiore dell’incesto, Kerstin (19 anni) che accusava stranissimi sintomi. Insospettivi, i medici hanno chiesto di vedere la madre: poco a poco veniva fuori l’orrore e Fritzl veniva arrestato.



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