Nega anche di essere uno dei responsabili dello stupro di una donna di 41 anni avvenuto a Primavalle il 21 gennaio scorso Karol Racz, il romeno di 36 anni già arrestato per la violenza sessuale nel parco della Caffarella e da ieri detenuto anche per quest’ultimo episodio.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia al quale è stato sottoposto oggi dal gip Silvia Castagnoli, Racz, difeso dall’avvocato Lorenzo La Marca, ha detto di avere un alibi per il 21 gennaio citando, secondo quanto riferito dal suo difensore, nomi e circostanze che lo scagionerebbero non solo dallo stupro nel quartiere Primavalle, ma anche da quello della Caffarella.
Intanto gli agenti della squadra mobile della questura di Roma sono arrivati in Romania per tentare di dare un nome e un volto ai codici genetici trovati sui reperti analizzati dalla polizia scientifica nell’ambito delle indagini sullo stupro avvenuto nel parco della Caffarella il giorno di San Valentino.
La trasferta in Romania è stata confermata oggi dal capo della squadra mobile Vittorio Rizzi, dopo che la scientifica ha isolato, in uno dei profili del dna ricavato dai reperti recuperati nel parco della Caffarella, un cromosoma Y che corrisponde a quello di un romeno detenuto nel suo paese. In particolare nuovi elementi alle indagini potrebbero arrivare dopo che gli investigatori l’avranno ascoltato a Bucarest, per avere notizie dei suoi familiari. Il cromosoma Y infatti si ritrova invariato in tutti i componenti maschili di una stessa famiglia.
Le analisi e le controanalisi hanno confermato che il Dna non appartiene ai due cittadini romeni attualmente detenuti, né al fidanzatino della ragazza di 14 anni violentata.