La citta’ dell’Aquila, indicata dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ad alta pericolosita’ sismica, e’ stata invece ‘inspiegabilmente’ classificata nella zona due, cioe’ di media pericolosita’, nella Carta della classificazione sismica: ‘Qualcuno dovra’ spiegare agli abruzzesi perche”. Emanuele Tondi, geologo del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Universita’ di Camerino, ne ha parlato in un seminario tenuto agli studenti di Scienze geologiche sul sisma dell’Aquila.
Nella Carta della pericolosita’ sismica, (redatta nel 2004 dall’Ingv e pubblicata nel 2005), ha spiegato, ‘si vede chiaramente che la zona assiale dell’Appennino, al centro della quale si trova proprio L’Aquila, e’ una delle zone della penisola piu’ pericolose da un punto di vista sismico’.
Dalla Carta della pericolosita’ sismica deriva la Carta di classificazione sismica (dal 1998 di competenza regionale), strettamente correlata alle norme tecniche di costruzione in zone sismiche. Attraverso criteri stabiliti da una legge nazionale, la Carta individua quattro zone che raggruppano le diverse aree di pericolosita’ sismica: la zona uno (di colore viola nella Carta della pericolosita’ sismica) e’ la piu’ pericolosa: e tutta l’area dell’Italia centrale dovrebbe figurare in zona uno.
Ma, ha osservato il geologo, ‘inspiegabilmente, la Carta posiziona L’Aquila in zona due quando in realta’ la pericolosita’ e’ elevata. Questo ha fatto si’ che li’ per costruire edifici siano state e vengano tuttora utilizzate le stesse norme tecniche applicate in citta’ nelle quali il terremoto non rappresenta un grave pericolo’.