Il Piemonte è una zona a “bassa pericolosità sismica, ma è molto probabile che alla scossa avvertita nella zone di Bra alle 14.39 seguiranno nelle prossime ore altre scosse di intensità pari o minore”.
Lo ha affermato il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) Enzo Boschi, il quale ha anche esortato ad “evitare la psicosi”.
Il Piemonte, ha spiegato Boschi, “é una delle zone a più bassa pericolosità sismica in Italia e la scossa di magnitudo 3.9 registrata oggi è mille volte più piccola rispetto a quella verificatasi in Abruzzo lo scorso 6 aprile”. Di scosse di magnitudo simile, ha aggiunto, “nelle varie zone sismiche in Italia se ne registrano centinaia l’anno”.
Anche in passato, ha precisato il presidente Ingv, “in questa zona del Piemonte si sono verificate sequenze sismiche simili”. A questo punto, ha avvertito, “é molto probabile che altre scosse, minori o di pari intensità, si possano verificare nella stessa area nelle prossime ore e giorni”.
Boschi ritiene comunque auspicabile evitare la “psicosi” da terremoto: “Con scosse di magnitudo simile – ha detto – non dovrebbero esserci pericoli per quanto riguarda gli edifici, a meno, naturalmente, si tratti di edifici fatiscenti”.
Quanto al ripetersi delle scosse nell’area dell’Abruzzo colpita dal sisma del 6 aprile, Boschi ha rilevato come tale sciame sismico non sia in alcun modo collegato alla nuova scossa registrata in Piemonte: “Non c’é alcun collegamento con lo sciame sismico abruzzese, e si tratta di zone totalmente differenti”.
Secondo le rilevazioni Ingv, la scossa in Piemonte ha avuto il suo epicentro a 3 chilometri da Bra, in provincia di Cuneo, e si è verificata ad una profondità di 40,2 chilometri.