Caro Mohamed, so che oggi non andrai alla tua scuola vicino Bab el Gedid (quella che noi stranieri chiamiamo la Porta Nuova) e anche domani la scuola sarà chiusa. Già ieri in verità ti hanno fatto uscire due ore prima, perché poi le strade sarebbero state bloccate per l’arrivo del Papa. Alla tua mamma la polizia ha anche detto che quando il Papa verrà vicino alla tua casa, proprio accanto lo Haram al Sharif (quello che noi stranieri chiamiamo la Spianata della Moschee) dovrete rimanere dentro casa e non avvicinarvi alla finestra. Hai nove anni e come i bambini della tua età, che hanno la fortuna di avere un televisore in casa, vedrai il Papa nella tua Gerusalemme attraverso quel teleschermo. Però, io ti devo delle scuse. Non solo perché ti obbligano a stare chiuso dentro casa. Tu sai che faccio il giornalista, e allora voglio essere sincero con te. Un mio collega italiano ha detto alla mia televisione: «Adesso il Papa andrà in Israele ed incontrerà i cristiani e gli ebrei, e poi incontrerà i palestinesi».



Tu vivi a Gerusalemme, sei arabo, sei musulmano, sei palestinese. E tu sai bene che in Israele ci sono tanti musulmani, più di un milione. Sai anche che tra i palestinesi ci sono cristiani e musulmani. Il Papa viene a parlare a tutti, anche a te musulmano di Gerusalemme. Purtroppo, in Italia, ancora, non tutti sanno bene chi vive in questa terra. Allora ti prego di non arrabbiarti e ricordare, soprattutto, la festa dello scorso anno. Era maggio e ci hai fatto felici, soprattutto Francesco, venendo alla sua festa per la prima comunione. E pensa anche alla scuola dei Fréres, cioè alla tua scuola, che da sempre è anche quella di Francesco.



Scusami, ma voglio dirti infine una cosa che mi preme. Hai visto quante bandiere bianche e gialle vicino alla tua scuola, e anche nelle strade? Sono quelle della Città del Vaticano, dove abita il Papa. A me sembrano belle, fanno allegria. E credimi io sono proprio contento che lui sia qui. Ieri poi ha detto alcune cose, che anche tu devi sapere. È andato allo Yad Vashem, dove gli ebrei ricordano i loro morti e ha detto, ascolta: «Uno può derubare il vicino dei suoi possedimenti, delle occasioni favorevoli o della libertà. Si può intessere una insidiosa rete di bugie per convincere altri che certi gruppi non meritano rispetto. E tuttavia, per quanto ci si sforzi, non si può mai portar via il nome di un altro essere umano». Cosa dici Mohamed? Queste parole valgono per i bambini ebrei uccisi tanti anni fa. Ma non valgono forse anche per te, che hai un nome ma non un passaporto? Per te che qualcuno ha dimenticato che tu esisti.



(Filippo Landi)