Una scuola materna gestita dalle suore è un riferimento importante in molte realtà. A Onna, paese distrutto in gran parte dal terremoto, la presenza delle suore ha sempre rappresentato un luogo sicuro dove far crescere i propri figli, dove essere certi di un’educazione importante. Le suore della Presentazione sono presenti a Onna da 126 anni. Il paese è nella zona rossa, si può entrare solo se accompagnati dai vigili del fuoco. Ma la scuola delle suore non ha subito danni. Le suore vorrebbero ricominciare subito.



Emergenza educativa, ma anche sostegno a quelle famiglie i cui genitori hanno ripreso a lavorare e non sanno come fare con i propri bambini. Sono una quarantina in tutto. Le suore li vorrebbero nuovamente con loro, per trascorrere insieme le ore, giocando, ridendo, pregando. Difficile ridere e giocare a Onna. Più facile pregare. Difficile ricominciare a lavorare a Onna. Ma le suore vogliono avere accanto i loro piccoli.



Impossibilitate a riaprire il loro asilo sono riuscite ad ottenere due tende ampie. Verranno posizionate ai margini della tendopoli, così da avere accanto un giardino che verrà recintato. Massimo lunedì le suore di Onna ricominceranno la loro attività educativa, circondate dal vociare dei piccoli, che devono dimenticare quello che è successo. Un compito difficile quello delle suore.

Accanto a loro ci saranno le due maestre di sempre. Anche loro vogliono esserci. Nonostante il dramma e le difficoltà. Ci sarà Elisa, che lo scorso 6 aprile sotto le macerie ha perso la madre Pina, il fratello Berardino e la nonna Lisa. Ci sarà Anna Rita, che non ha più accanto il figlio Fabio, morto accanto alla nonna Giuseppina, quasi in un gesto di protezione.



Onna piange le sue vittime. Per settimane è stato rappresentato come l’emblema del dolore, della distruzione, della violenza del terremoto. Da lunedì le suore di Onna saranno segno forte della resurrezione di questa comunità Lo faranno insieme ai più piccoli, a coloro che rappresentano il futuro. Lo faranno loro, capaci di dare un senso alla vita, di dare un’educazione che trasformerà questi bambini in uomini adulti. Saranno loro le protagoniste di Onna del domani.

Non sarà una scuola qualsiasi quella di Onna. Non sarà un modo per intrattenere i bambini che sono costretti a vivere nelle tendopoli. Il loro cuore verrà sollecitato dalle suore e dalle insegnanti. Saranno aiutati a capire cosa è successo, a ricordare gli amici che non ci sono più. Le suore di Onna avranno uno sguardo amorevole nei loro confronti. Quello sguardo che ha suscitato in loro il bisogno di ricominciare da subito.

(Fabio Capolla – Giornalista de Il Tempo)

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