Il Pd dell’Aquila si dice pronto a proteste pacifiche, come quella di occupare l’aeroporto di Preturo (L’Aquila) e marciare verso il Dicomac (direzione comando e controllo) per rallentare i lavori del G8, se alla Camera il “decreto Abruzzo” non dovesse cambiare nel senso auspicato. Lo ha detto all’Aquila, in un incontro con i giornalisti, il consigliere comunale del Pd, Vincenzo Rivera.
Questi ha aggiunto di essere particolarmente preoccupato per i parametri della ricostruzione previsti allo stato attuale dal decreto e dalle tre ordinanze emanate per la risistemazione delle case classificate A, B e C. Disposizioni che, a detta della segreteria cittadina del Pd, “rischiano di precludere la ricostruzione di buona parte del centro storico”. «Se si esclude la seconda casa a chi ha avuto indennizzi per la ricostruzione leggera nella prima casa – ha spiegato in una conferenza stampa nella tensostruttura sede del partito – allora cosa succederà quando si partirà con le ricostruzioni pesanti?».
«Chi ha avuto la ricostruzione leggera – ha aggiunto Rivera – può chiederla per la seconda casa solo se questa ospita uno studio o un’attività professionale nei limiti di 80mila euro col tetto dell’80% delle spese, comprensivi di Iva e di spese tecniche. Non esistono inoltre criteri per l’utilizzo di un appartamento in comodato d’uso, da padre a figlio, ad esempio».
Ma le preoccupazioni principali, condivise anche dal segretario comunale del Pd, Roberto Riga riguardano i beni culturali privati sui quali, dice il Pd, «non è previsto nulla». «Col fatto che si esclude la ricostruzione integrale – ha detto infine Rivera – si rischia di perdere dei palazzi storici come molti di via Roma, oppure due dei “Quattro Cantoni”».