Ripubblichiamo l’inizio dell’’articolo a firma Giancarlo Cesana pubblicato ieri sul quotidiano “Il Foglio” relativo alla mozione appena approvata alla Camera per la quale il governo si farà promotore di una risoluzione Onu che condanni l’aborto come strumento di controllo
Sono molto contento che la Camera abbia approvato la mozione per cui il governo italiano si farà promotore di una risoluzione dell’Onu «che condanni l’uso dell’aborto come strumento di controllo demografico e affermi il diritto di ogni donna a non essere costretta o indotta ad abortire, favorendo pratiche che aiutino a rimuovere le cause economiche e sociali dell’aborto». La sua iniziativa della moratoria trova così quella prospettiva culturale, anche internazionale, che tutti ci auguravamo. È proprio vero che i tentativi buoni non finiscono: attraverso strade tormentate, ricompaiono, magari un po’ “potati”, ma più chiari ed efficaci. Strano anche che questa approvazione parlamentare sia praticamente contemporanea al dialogo tra il Papa e Obama e gli impegni assunti da questi per la riduzione dell’aborto.
La vita si difende e, ostinatamente, si ripropone; non è solo un fatto biologico: è un fatto misterioso, espressione insopprimibile della coscienza che l’uomo ha di sé. L’uomo, come diceva don Giussani, è «quel livello della natura in cui la natura prende coscienza di se stessa»; in cui la natura si fa domanda personale a riguardo del proprio destino. La vita non è nostra: la sentiamo, la sperimentiamo, la svolgiamo, ma non è nostra. Non ce la siamo data e, nonostante tutti i nostri sforzi, possiamo inopinatamente perderla…