La recente pubblicazione della Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia 2008 [clicca qui] ha evidenziato che nel mondo giovanile si stanno manifestando due fenomeni: riduzione del consumo di cocaina e eroina, aumento di consumo di cannabis (+ 5.3% rispetto all’anno precedente) e ulteriore diffusione del policonsumo (in cui la cannabis, sostanza sempre presente, accompagna l’uso di eroina, cocaina e alcol).



Il primo è senz’altro un dato apprezzabile, dovuto alla maggiore consapevolezza che i giovani hanno rispetto ai rischi di queste sostanze; il secondo è invece un dato molto preoccupante anche perché la cannabis, oltre ad essere decisamente nociva per l’organismo (si vedano ad esempio le nuove ricerche sui danni genetici e il tumore ai polmoni [clicca qui]), è la sostanza “ponte” che conduce a droghe ancora più compromettenti.



Occorre dunque attivarsi al più presto per la prevenzione, soprattutto ora che arriva l’estate. Come ho spiegato in “Adolescenti tra dipendenze e libertà. Manuale di prevenzione per genitori, educatori e insegnanti” (San Paolo Ed., 2009), secondo i ricercatori, l’estate si caratterizza come un periodo in cui i fattori negativi associati all’uso di droga prendono il sopravvento: il controllo della famiglia viene meno, si esce di più la sera, si è più soggetti all’influenza degli amici, se ne conoscono di nuovi a volte poco affidabili, si cede maggiormente alla curiosità e alle spinte verso la sperimentazione, ci si allontana addirittura da casa per frequentare località turistiche in cui la discoteca e la libertà notturna sono una consuetudine…



Ebbene, le statistiche rivelano che nei mesi estivi si ha un picco crescente di adolescenti che provano per la prima volta l’alcol o le droghe. È soprattutto la cannabis, con lo spinello, la sostanza psicoattiva che i ragazzi sperimentano per la prima volta: quasi il 40% dei giovani che iniziano a fare uso di droga lo fanno nei tre mesi di giugno, luglio, agosto (spesso continuando il consumo nei mesi successivi).

Per limitare l’influenza di questi fattori negativi proponiamo ai genitori sei consigli utili al fine di affrontare con maggiore sicurezza il periodo delle vacanze estive.

1) stabilire regole chiare e comunicare ai figli che ritenete inaccettabile l’uso di alcol e droghe anche se i doveri scolastici, che richiedono concentrazione e impegno, sono terminati. Questo consiglio è anche un utile fattore protettivo: due terzi degli adolescenti dicono che una delle principali ragioni per cui non usano sostanze è la paura di turbare i genitori, di perdere la loro fiducia e il loro rispetto. Dunque vale la pena precisare le regole di condotta, senza dimenticare di lodare e premiare i comportamenti adeguati.
2) non dimenticare (e vale in ogni momento, non solo durante le vacanze) di dialogare con i figli sul tema delle droghe per far conoscere loro i reali effetti dannosi delle sostanze per il fisico, la salute mentale e le relazioni con gli altri: i giovani che ricevono dai genitori informazioni sui rischi che accompagnano l’uso di alcol e droghe ci cadono dentro nel 50% in meno dei casi rispetto ai ragazzi che in famiglia non hanno alcuna indicazione.
3) monitorare il comportamento e le attività dei figli: dove si trovano? con chi stanno? e, soprattutto, cosa fanno? Vale la pena, qualche volta, fare anche qualche improvvisata per assicurarsi che siano veramente dove hanno detto. Le statistiche dicono che i ragazzi la cui vita non è seguita dall’attenzione dei genitori hanno la possibilità quattro volte maggiore di cadere nell’uso di droga.
4) occorre tenersi informati sulle attività dei figli per rilevare in tempo utile eventuali fuoriuscite dai binari. Ad esempio tenendo il contatto con gli altri adulti che si occupano delle attività che i figli svolgono durante l’estate: datori di lavoro, allenatori, educatori dell’oratorio, capisquadra di campi estivi, animatori di varie attività sulla spiaggia. Da tutte queste persone è possibile trarre utili indicazioni sullo stato di benessere o disagio dei ragazzi.
5) pianificare in tempo utile attività che tengano impegnati gli adolescenti durante le vacanze. La ricerca dice che i ragazzi impegnati in modo costruttivo tendono molto meno a manifestare comportamenti a rischio. Ma quali attività sono possibili? I ricercatori consigliano: sport, giochi, competizioni o altre attività in cui i ragazzi possano mettere in evidenza il loro senso di responsabilità e la loro capacità organizzativa (come accade ad esempio negli scouts); occasioni di formazione culturale e di incontro con la bellezza (dai viaggi di studio alle visite nei musei); e infine, soprattutto, volontariato: mentre in Italia i giovani fuggono dal volontariato per “egoismo dichiarato” (“Corriere della Sera”, 9 agosto 2008), i Paesi veramente impegnati contro la droga pubblicano ricerche secondo cui quando i giovani vengono coinvolti in queste forme di servizio la possibilità che usino alcol, tabacco e droghe si dimezza. E invitano addirittura i genitori a progettare per i loro figli occasioni in cui fare questa esperienza.
6) riservare un po’ di tempo da passare insieme in famiglia, nonostante l’estate sia spesso un momento di allentamento dei legami. Stabilire cioè un piccolo calendario che segni dei punti fermi in cui la famiglia possa stare insieme: l’uscita al cinema, una camminata nella natura, un periodo di vacanza in una data località… Insomma creare occasioni per passare del tempo tra genitori e figli, per approfondire sempre più la mutua conoscenza e i legami affettivi, ricordare momenti passati piacevoli o importanti, fare progetti e stabilire impegni per il futuro indicando con chiarezza ai figli le strade più salutari per raggiungere gli obiettivi.