Si aggrava la posizione di Luca Bianchini, il trentatreenne accusato di essere lo stupratore seriale che ha terrorizzato Roma. Oltre ai nuovi test sul dna, che hanno confermato l’esito del precedente, C’è anche un’impronta digitale a incastrarlo.
La traccia sarebbe stata rinvenuto sul nastro isolante utilizzato per imbavagliare la studentessa violentata nel garage della sua abitazione nella zona di Tor Carbone il 3 luglio scorso.