Il “giallo” sulle presunte dimissioni respinte del direttore dell’Avvenire, Dino Boffo – date per certe questa mattina da un quotidiano – sembra risolversi in serata con una comunicazione del cdr del giornale dei vescovi alla redazione dopo un colloquio con l’interessato. «Non c’é niente, di niente, di niente», avrebbe detto Boffo ai suoi giornalisti: «voi sareste stati i primi a saperlo». Al sesto giorno del caso aperto con la pubblicazione sul Giornale di Vittorio Feltri di una vecchia vicenda giudiziaria a carico dell’uomo posto da Ruini quindici anni fa alla guida del quotidiano cattolico, l’attenzione si concentra sul futuro di Boffo. Ma anche sui nuovi attacchi di Feltri, che ad una trasmissione radiofonica, parla di «una velina, fatta circolare dai servizi segreti del Vaticano». Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, perde per un attimo le staffe: in Vaticano non ci sono “servizi segreti” e, anche se si riferiva alla Gendarmeria, responsabile della sicurezza della Santa Sede, «smentisco nel modo più categorico – dice Lombardi – questa infondata affermazione». E accusa Feltri di voler «fomentare confusione diffondendo false accuse».