Diverse scosse di terremoto, tra le 9.07 e le 14.35, hanno colpito le Marche. Le due più forti, avvenute alle 9.25 e alle 14.35, sono state registrate con un grado di Magnitudo 4 e 4,1. Nel primo caso l’epicentro è stato individuato tra quattro Comuni: Loro Piceno, Sant’Angelo in Pontano, Falerone e Montappone. Nel secondo, tra Falerone, Montappone e Monte Vidon Corrado. La seconda scossa è stata avvertita anche in Umbria e nell’aquilano. Tanta paura, lezioni sospese e qualche crepa. Ma nessun danno né feriti. Eppure, la zona è stata colpita, dal 7 gennaio, da uno sciame sismico. Tra le numerose scosse, quella più forte è stata registrata domenica, con magnitudo 3,9. L’epicentro di tutte è stato localizzato a circa 20-25 km sotto il livello del mare. Una soglia abbastanza sicura per non genera preoccupazioni. Che, tuttavia, rimangono. Sono giustificate? Cosa sta accadendo nelle Marche? E nel resto d’Italia? Lo abbiamo chiesto al geologo Valerio De Rubeis.



Cosa ne pensa scosse che tra stamattina e oggi pomeriggio hanno colpito le Marche?

Più che un parere do un giudizio. Che deriva dal mio approccio scientifico. Le comunico i dati in mio possesso: da circa una settimana, in quella zona ci sono una serie di eventi. Che, ieri, si sono concentrati nel giro di poche ore: alle 9,25 circa e oggi pomeriggio alle 14.35, con Magnitudo, rispettivamente, 4 e 4,1 della scala Richter. I due eventi più alti della serie, essendo avvenuti nella stessa localizzazione hanno dato luogo all’attivazione della cosiddetta faglia. Fortuna ha voluto che questa faglia abbia generato due terremoti, invece che uno solo.



Perché meglio due che uno?

Immagini di saltare 15 gradini con un unico balzo, o con due… Nel primo caso si rompe una gamba. Nel secondo fa un po’ di ginnastica. Chiariamo: due terremoti di magnitudo 4 non fanno un terremoto di magnitudo 8. Ma, calcolando approssimativamente, ne fanno uno di 4,3. Non avrebbe generato una scossa sconvolgente ma, in ogni caso, più dannosa rispetto a due terremoti minori.

Le Marche devono temere altre scosse nel futuro immediato?

Sul futuro non posso dire niente. Sappiamo che si tratta di una zona sismica. Nella quale, tuttavia, dal 1700 ad oggi non ci sono stati particolari eventi. Intorno ci sono stati terremoti più forti, come a Fabriano o a macerata nel 1731, ma nulla di devastante.



E’ stato detto che un epicentro a 20-25 km di profondità, non dovrebbe essere particolarmente avvertito. E’ vero?

E’ vero. Quando un terremoto è molto profondo lo si avverte in una zona più ampia ma con minore intensità. Un terremoto di magnitudo 4 su scala Richter (che misura l’intensità), quando avviene a 10 km di profondità – la media – equivale ad un 7° grado su scala Mercalli (che misura i danni). Solo a questo livello, iniziano i primi danni permanenti. 

E’ giustificato, quindi, l’allarme mediatico?

Bisogna distinguere l’attività sismica normale dall’attenzione che si pone sull’attività sismica. L’Italia è uno dei Paesi più avanzati dal punto di vista sismologico. Si registrano eventi tutti i giorni, di magnitudo bassissima. C’è una legge statistica secondo la quale per ogni terremoto di forte intensità ce ne sono 10 di intensità minore, 100 di scarsa intensità e mille di intensità irrilevante. Ma quasi tutta l’Italia è sempre in attività. Con la tensione derivata dal terremoto dell’Aquila oggi si fa caso a tutto. Giustamente. Ma questi territori rientrano nella caratterizzazione sismica del nostro Paese. Dal Friuli agli Apennini, fino alla Calabria e la Sicilia, abbiamo zone ad elevata intensità sismica.

Non crede che, in ogni caso, sia necessario continuare a tenere gli occhi aperti?

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Bisogna, certo, stare in allerta. Ma non come una guardia giurata di fronte ad una banca, pronto a estrarre la pistola in caso di rapina. Bisogna stare in allerta avendo in mente una prospettiva di lungo periodo. Realizzando, quindi, costruzioni idonee. A una farfalla che sta sopra un fiore, durante il terremoto non succede nulla. E la farfalla è molto delicata. Vola e poi si ripone sul fiore. Noi, durante i terremoti, moriamo perché ci crollano loro le case in testa.

 

E’ possibile prevedere i terremoti?

 

E’ come se volessi sapere il giorno esatto in cui avrò un infarto. Il medico mi risponderà: “guardi, non deve fumare, non deve mangiare grasso e deve fare sport”. Non si può sapere dove, quando e con quale intensità avverrà. E’ un fenomeno che si sviluppa con i tempi geologici. I tempi umani sono inezie in confronto ai tempi dei terremoti. Torno a dire che l’unica prevenzione consiste nel costruire bene le case. E nel non dimenticare che se in una zona non ci sono terremoti da 20 anni, non significa che in quella zona sia cessata l’attività sismica. Una volta mi chiesero se il Vesuvio fosse attivo. Risposi che è come chiedersi se una persona tra un respiro o l’altro è viva o morta. Non si possono giudicare, con i tempi umani, i fenomeni geologici. Perché questi viaggiano su centinaia di milioni di anni.