Dopo il dramma di stamane, quando una palazzina è crollata a Favara (Agrigento), causando la morte di due bambini, i figli dei coniugi Bellavia, si lavora ancora, in piazza del Carmine a Favara, per mettere al sicuro le abitazioni circostanti, che potrebbero essere a rischio per fughe di gas. Sul posto stanno lavorando i Vigili del fuoco. Nel frattempo La Procura di Agrigento, ad opera del sostituto procuratore Lucia Brescia, ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo. Il procuratore capo Di Natale e l’aggiunto Fonzo coordinano l’inchiesta.



Il crollo della palazzina si è verificato stamattina, quando l’edificio in cui abitavano i Bellavia, a causa di un cedimento di cui si tratta ora di appurare le cause, è crollato su se stesso. I coniugi Bellavia hanno fatto in tempo a fuggire, mentre i tre figli, Marianna, 14 anni, Giovanni di 12 e Chiara di 3, sono rimasti all’interno e quindi sono stati travolti dalle macerie. I Vigili del fuoco, intervenuti quasi subito ma con difficoltà a causa delle strade strette di Favara circostanti l’abitazione, che non sono facilmente praticabili dai mezzi di soccorso, hanno estratto i corpi dei fratelli dai resti dell’edificio crollato. Solo Giovanni ce l’ha fatta, mentre per Marianna e Chiara non c’è stato nulla fa fare. Ora Giovanni è ora ricoverato nel reparto di Pediatria dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, in prognosi riservata.



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La casa, stando a quanto dichiarato dagli abitanti della zona, era a rischio, insieme a molte altre circostanti. Si erano comunque già verificati episodi di crollo. La casa dei Bellavia era stata oggetto di interventi di consolidamento, solo però ai piani superiori, mentre le fondamenta, la cui stabilità era gravemente compromessa – fondamenta “marce” le ha definite Maurizio Cimino, della protezione civile regionale – non hanno retto e la casa è implosa, accartocciandosi.



Giuseppe Bellavia è muratore e lavora in modo saltuario, mentre la moglie è casalinga. I Bellavia avevano già fatto richiesta di un alloggio popolare, ma la nuova casa non era mai arrivata, perché la famiglia Bellavia non rientrava, secondo il Comune, tra i beneficiari di 56 alloggi popolari messi a disposizione dall’amministrazione e avrebbe dovuto aspettare la costruzione e l’assegnazione di nuovi appartamenti popolari. La disgrazia è avvenuta in una zona complessivamente degradata del centro di Favara, costituita da abitazioni molto vecchie e in alcuni casi, come quella dei Bellavia, quasi fatiscenti. Il grave episodio, in altre parole, potrebbe ripetersi. Al cordoglio espresso dal Capo dello stato Giorgio Napolitano, ha fatto seguito quello del presidente del Senato Renato Schifani, del ministro Alfano, e dal governatore Raffaele Lombardo.

 

 

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