Non sono assolutamente conciliabili le tre versioni fornite da Michele Misseri, sua figlia Sabrina e l’amica Mariangela su quello spazio di tempo di 12 minuti tra le 14.30 e le 14.42 del 26 agosto. Il giorno è l’ora in cui si sarebbe svolto l’omicidio.

La prima versione, quella di Misseri, dice che Sarah teneva il cellulare in mando mentre lui la strangolava: “Era Sabrina che la stava chiamando – ha detto Misseri – io non l’avevo vista che stava fuori con Mariangela. Poi dopo, quando si è accasciata Sarah, il cellulare è andato a terra”. Sabrina, parlando alla trasmissione “La vita in diretta”, ha detto che nel momento in cui lei stava telefonando a Sarah, il padre era sulla porta della cantina: “L’ho visto in strada mentre salivo in macchina con Mariangela e provavo a contattare Sarah al cellulare. Non è vero che, mentre il telefono squillava, lui stava stringendo la corda al collo di Sarah, come si legge nei verbali del suo interrogatorio. Il telefono ha continuato a squillare mentre l’auto svoltava, poi è diventato improvvisamente irraggiungibile. Secondo me l’aveva già uccisa ed ha aspettato che me ne andassi per portare via il corpo”.



Non coincide poi la versione di Sabrina e quella di Mariangela. La prima avrebbe detto di avere atteso Mariangela, con la quale doveva andare al mare insieme a Sarah, sulla veranda della sua abitazione, all’interno del cancello che chiude la villetta. Mariangela, invece, ha ripetuto ai magistrati che Sabrina, contrariamente alle sue abitudini essendo stata sempre una ritardataria, l’aspettava in strada agitata per i pochi minuti di ritardo di Sarah.



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