Svezia scioccata dal suicidio in diretta web di un ragazzo affetto dalla sindrome di Asperger. Il ventunenne aveva annunciato di volersi togliere la vita all’interno di un forum, già noto alle autorità svedesi per la libertà di espressione che garantisce ai suoi utenti. Fa discutere anche la reazione degli altri utenti, che hanno esitato a lungo prima di chiamare la polizia.
Marcus Jannes, 21 anni, si è impiccato in diretta. Svedese, studente, viveva in un bell’appartamentino pagato dal governo. Una vita normale, in apparenza, con amici e familiari che gli volevano bene. In realtà Marcus soffriva della sindrome di Asperger, una forma di autismo che rende le persone particolarmente vulnerabili ed emotivamente instabili. Soprattutto, lo spaventava il fatto di dover convivere con una malattia del genere, che gli procurava continue depressioni. In uno d questi momenti ha deciso di farla finita con un gesto eclatante e terribilmente tragico.
– Lunedì 11 alle ore 11 e 51 Marcus Jannes si connette al forum del sito svedese Flashback. Entra nel forum specifico per chi ha problemi mentali e comincia a lasciare messaggi con lo pseudonimo di LurifaxFlux. Annuncia che si impiccherà, aggiungendo che ha già ingerito 100 mg di dexofen e 1500 mg di paracetamol. Dice anche che ha sistemato una webcam per registrare l’evento e che renderà disponibile il filmato sulla Rete. La stessa cosa fa su Facebook, annunciando sulla sua pagina l’intenzione di uccidersi.
Immediatamente la gente interviene postando commenti al suo annuncio. Alcuni cercano di dissuaderlo, ricordandogli che non ci sono sofferenze tali da giustificare un suicidio, o che ci sono persone al mondo che soffrono più di lui. Altri cercano di tenerlo online in modo che non compia ciò che ha in mente.
Altri ancora dicono di non credergli, pensano sia solo uno che cerca di attirare l’attenzione su di sé: gli danno del vigliacco, non sarai mai capace di fare una cosa del genere. C’è che gli dà i consigli per impiccarsi nel modo migliore. Alla 1 e 6 minuti di lunedì, Marcus fornisce i dettagli di dove si potrà trovare il video del suo suicidio. Lo caricherà su un server FTP e fornisce l’url per connettersi. Dice che deve fare in fretta perché sente che potrebbe cambiare idea.
Pochi minuti dopo, le persone che si connettono all’indirizzo fornito da Marcus, vedono una serie di foto in sequenza che mostrano un ragazzo con una t shirt con la scritta “just do it”, fallo e basta, che si infila una corda al collo e quindi stramazza morto. La sequenza è impressionante. Il ragazzo si lascia cadere, il suo viso diventa cianotico, quasi viola, si agita per alcuni secondi, poi rimane a terra, appoggiato al muro, immobile. Il suicidio è compiuto. I commenti di chi vede le foto sono scioccati: è la cosa più orribile che abbia mai visto su Internet, dicono. All’1 e 32 un utente finalmente chiede: “C’è qualcuno che ha chiamato la polizia?”.
La polizia dirà di aver ricevuto una chiamata al proposito alle ore 1 e 44. La webcam ancora aperta mostra, alle 2 e 6 minuti, due poliziotti che entrano nell’appartamento e tolgono la corda dal collo di Marcus. Si vedono dei medici entrare nella stanza, cercare di rianimarlo, inutilmente. Finalmente qualcuno si accorge della webcam e la spegne. Lo strazio non è più a disposizione pubblica.
Ecco l’ultimo messaggio del ragazzo suicida: “Sono qua seduto e sto per uccidermi. Dove andrò a finire? La vita è forse un test per capire quanto una persona può resistere? Se devo rinascere, spero di non rinasce in questa epoca o in epoche precedenti. Amo la mia famiglia più di ogni altra cosa ma per essere onesti, non si può vivere per gli altri.. Non penso che la mia sia una brutta vita, anzi è molto bella. Ma a volte è troppo dura. Non ho più la forza di scrivere adesso. Arrivederci”.
Sul sito di Fkashback i commenti sul suicidio continuano a essere postati fino alle ore 5 e 27 del pomeriggio. Un totale di 630 post. Alle 5 e 27 un moderatore del sito finalmente chiude il thread. Un portavoce della polizia svedese si rammarica per l’accaduto, ma dice che la polizia non può controllare come le persone usino i forum sulla Rete.
“Alla polizia manca la giusta immedesimazione con queste realtà”, aggiunge. Il sito in questione, Flashback, è al centro di diverse polemiche in Svezia. Il sito garantisce la più ampia libertà di postare ciò che si ritiene opportuno senza che i moderatori intervengano quasi mai. Al suo interno, si discute di argomenti scabrosi come la droga, la pedofilia, sesso estremo e altri argomenti controversi.
Per questi motivi la polizia svedese ha posto il sito sotto controllo in diverse occasioni ed è monitorizzato costantemente dal servizio di sicurezza svedese. In altre occasioni su Flashback si è discusso apertamente di nazismo, di approcci sessuali tra politici, di sostegno al razzismo.
Ma un caso come quello di Marcus in Svezia non era mai accaduto, sebbene nel 2008 un certo Oscar Ores Balingen avesse annunciato di fare altrettanto, uccidersi in diretta online. La polizia però riuscì a raggiungerlo e a salvargli la vita. Nel novembre dello stesso anno, il 2008, un ragazzo di 19 anni di Pembroke Pines, in Florida, riuscì a suicidarsi in diretta sulla Rete. Per farlo, ingerì una grande quantità di medicinali prescritti per i suoi disordini bipolari. Il sito usato per mostrare la sua morte in diretta fu quello di Justin.tv.
In 1500 avevano seguito lo streaming in diretta del suo suicidio. Nel 2007, in Inghilterra, un uomo di 42 anni, Kevin Neil Whitrick, si suicidò in diretta webcam in una chatroom davanti a decine di persone che assistevano impotenti. La polizia fu avvertita ma arrivò troppo tardi. Dopo questo caso, ci sono stati ben 13 altri episodi di “cyber suicidi”, anche se nessuno di essi è stato reso visibile online, ma solo annunciato sulla Rete.
In Italia, un certo Ciro Milani di Lodi raccontò sul suo blog ogni particolare del suicidio che avrebbe messo in atto poco dopo. Il caso più eclatante è però quello accaduto in Giappone. Anche se non si tratta di suicidi in diretta visibile su Internet, alcuni anni fa diversi suicidi furono organizzati in contemporanea proprio attraverso un sito Internet. Tre giovani, uno studente di 21 anni, un semidisoccupato di 25 e una ragazza impiegata part time di 20, furono trovati morti in un’auto a Fukuoka, nell’isola meridionale di Kyishu.
Provenivano ciascuno da parti diverse del Giappone e avevano lasciato una lettera che ne preannunciava la morte. A Sasayama, prefettura di Hyogo, Giappone centrale in un’automobile furono trovati tre uomini, uno studente di 21 anni e due disoccupati di 23 e 41 anni, con accanto una stufetta per barbecue e resti di carbonella bruciata.
Per la polizia, si trattò di un suicidio collettivo organizzato via Internet. Ma era solo il seguito di un altro suicidio collettivo organizzato sulla Rete: sei persone in un minivan si tolsero la vita tutte assieme. Diversi in Giappone sono i siti per aspiranti suicidi dove ci si aiuta a fare il tragico gesto, meglio se insieme: «Cerco ragazzi che vogliono morire con me nel tal giorno, nel tal posto e a questo modo» è il tema ricorrente delle decine di avvisi che compaiono giornalmente su questi siti. Uno di questi siti aveva 8.500 iscritti.