Lea Garofalo, 35 anni, scomparsa nel novembre 2009, è stata assassinata e poi sciolta nell’acido. Lea Garofalo era una collaboratrice di giustizia che aveva denunciato membri della ‘ndrangheta. E’ stata tratta in un agguato, interrogata dai criminali e poi uccisa. Il suo corpo è stato sciolto nell’acido in un campo dalle parti di san Fruttuoso, a Monza.

Nel 2002 Lea Garofalo aveva collaborato con l’antimafia: le indagini riguardavano la faida tra i clan dei Garofalo e quello dei Mirabelli. Nel 2006 aveva deciso di rifiutare il piano di protezione e si era trasferita in una nuova località. Aveva denunciato diversi omicidi, ad esempio quello di Antonio Comberiati del 1995 in cui era stato coinvolto il fratello. Responsabili dell’uccisione di Lea Garofalo sarebbero Carlo Cosco – 40 anni, coinvolto in inchieste antimafia alla fine degli anni Novanta a Milano e cugino di Vito Cosco, autore della strage di Rozzano in cui furono uccisi quattro morti per questioni di droga nell’agosto del 2003, ex convivente della donna e a Massimo Sabatino, 37 anni – spacciatore di Quarto Oggiaro.

Con Carlo Cosco la Garofalo ebbe anche una figlia, oggi maggiorenne. Arrestate altre quattro persone: i fratelli Giuseppe «Smith» Cosco e Vito «Sergio» Cosco, e altre due persone, una delle quali accusata di distruzione di cadavere. Lea Garofalo è stata catturata con una trappola: con la scusa di vedere la figlia, Cosco ha fatto venire Lea in uno stabile di Milano dove vivono parenti di morti per mafia.

Ci fu una riunione di famiglia per decidere dove la figlia sarebbe andata a studiare. Poi il suo rapimento, l’esecuzione con un colpo di pistola e la distruzione del cadavere per «simulare la scomparsa volontaria» della donna.