La ‘Relatio post disceptationem’ del Sinodo dei vescovi sul Medio Oriente, letta questa mattina alla presenza di Benedetto XVI, dal relatore generale del Sinodo, l’arcivescovo egiziano Antonios Naguib, patriarca di Alessandria dei Copti contiene un passaggi forte: “Pur condannando la violenza da dovunque provenga, e invocando una soluzione giusta e durevole del conflitto israelo-palestinese, esprimiamo la nostra solidarietà con il popolo palestinese, la cui situazione attuale favorisce il fondamentalismo”.
Il fondamentalismo si legge ancora nel documento, fuoriesce dalle dure condizioni di vita a cui è sottoposto il popolo palestinese. Una presa di distanza dalla politica di Israele, quella espressa dal documento. Che parla anche della difficile situazione dei cristiani in Terra Santa: “Le situazioni politico-sociali dei nostri Paesi hanno una ripercussione diretta sui cristiani, che risentono più fortemente delle conseguenze negative. Chiediamo ala politica mondiale – dicono ancora i padri sinodali – di tener sufficientemente conto della drammatica situazione dei cristiani in Iraq, che sono le vittime principali della guerra e delle sue conseguenze”.
Il documento dice ancora: “In base alle possibilità presenti in ogni Paese, i cristiani devono favorire la democrazia, la giustizia e la pace, e la laicità positiva nella distinzione fra religione e Stato e il rispetto di ogni religione”.