E’ stata riesumata la salma del bandito Giuliano, secondo il nipote del quale non fu il responsabile della strage del 1 maggio 1947. «A prescindere dal fatto che mio zio sia stato presente o meno a Portella della Ginestra la strage sarebbe accaduta ugualmente perché era già stata organizzata un anno prima nell’ipotesi che la sinistra avesse superato la Democrazia cristiana», ha detto il nipote. E ha aggiunto: «Poiché questa cosa si è verificata in quanto la sinistra ha avuto 29 seggi e la Dc 24, allora e’ scattata la spedizione intimidatoria per dire alla sinistra che non poteva stare al potere ma che doveva stare all’opposizione. E’ questo il vero movente di Portella della Ginestra».
La parabola discendente del bandito Giuliano, alia salvatore, a capo di una banda di separatisti siciliani, inizia nel ’43, quando per sfuggire a un posto di blocco uccise il carabiniere Antonio Emanuele Mancino. La sua banda, una della tante, all’epoca dedite al saccheggio di ogni bene possibile immaginabile, rimase l’unica a rimanere in piedi mentre le altre, a poco a poco, venivano eliminate. Forze politiche reazionarie, latifondisti e, baroni e mafiosi decisero di sostenerlo, anche finanziariamente. Iniziò così la sua attività terroristica contro lo Stato. dal 26 dicembre 1945 al 7 gennaio 1946 vi furono ben 12 attacchi a caserme dei carabinieri. Salvarore Giuliani ebbe cntsati con Movimento Indipendentista Siciliano (MIS), e fece parte dell’sercito Volontario per la Indipendenza Siciliana. Mentre il MIS si adeguò all’arco costituzionale, a patto che venisse ricoscosciuta alla Sicilia il riconoscimento dello Statuto Speciale Siciliano conferito da Re Umberto II,
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Giuliano continuò a darsi alla macchia e a brigantaggio. Fu accusato, in particolare della strage di Portella della Ginestra, nel 1947, in cui morirono 14 persone, tra cui 3 bambini, presso Piana degli Albanesi. Venne effettuata in un contesto di oscure trame alla quali avrebbe preso anche la Cia, per dare un monito alla popolazione nel caso in cui la sinistra avesse sorpassato la Dc in regione. Il 5 luglio del ’50 fu trovato morto nel cortile dell’avvocato De Maria in via Mannone aCastelvetrano (TP). Il luogotenente Gaspare Pisciotta lo avrebbe dovuto far espatriare in Usa