Ha ucciso la moglie e tentato di fare altrettanto con la figlia. E’ successo a Novi, in provincia di Modena. Protagonista un pachistano aiutato dal figlio che si è scatenato prima contro la moglie poi contro la figlia. Il motivo di tutto: la ragazza non voleva sottomettersi alle nozze combinate, tipiche della tradizione pachistana e islamica, con un ragazzo pachistano scelto dal padre.
La figlia era difesa dalla madre che ha pagato il prezzo più alto per aver sfidato le leggi di una tradizione intollerante di ogni desiderio di libertà. Un nuovo caso Hina, purtroppo, la ragazza pachistana di Sarezzo di Brescia massacrata dal padre perché fidanzata con un italiano. Questa volta è morta Begm Shnez, donna di 46 anni, uccisa dal marito Ahmad Khan Butt, operaio di 53 anni. Arrestato anche il figlio Humari, 19 anni, che aveva preso parte al massacro. Lei, Nosheen, vent’anni, è scampata alla brutale aggressione seppure ferita, ma non è in pericolo. Nosheen abitava con altre ragazze nella vicina Carpi dove studia.
Il padre l’ha fatta venire a casa dove si trovava con i figli maschi. Le ha intimato di obbedire alla scelta matrimoniale, lei ha rifiutato ancora ed è cominciata una lite violenta. Alcune persone che si trovavano in un bar vicino hanno cercato di intervenire ma altri pachistani glielo hanno impedito dicendo che si trattava di una faccenda privata, il fratello ha ferito con una spranga la sorella, e la madre che ha cercato di difenderla è stata colpita a colpi di mattone.
Portati in caserma, padre e figlio hanno fatto scena muta. Ahmad Ejaz, direttore della rivista in lingua urdu "Azad" (Libertà) ha detto: “Non c’entra l’Islam, questi comportamenti dei capifamiglia affondano le radici nel sistema delle caste chiuse indiane, in un mondo rurale in cui far sposare la figlia al primo cugino significa preservare la proprietà delle terre".