La tv americana Fox News ha diffuso una lista di luoghi che secondo fonti dell’intelligence sarebbero possibili obiettivi di attentati terroristici. Tra i luoghi potenzialmente pericolosi non solo monumenti ma anche zone nevralgiche di città europee. Una vera e propria mappa della paura, sulla quale Il sussidiario.net ha intervistato il giornalista del Corriere della Sera, Guido Olimpio.
I terroristi che tramano di effettuare un massacro come quello di Mumbai nell’Europa occidentale hanno nel mirino una lista di obiettivi di alto profilo che va dalla Torre Eiffel a un hotel vicino alla famosa Porta di Brandeburgo di Berlino. Lo rivela il rapporto dei servizi segreti fatto pervenire a Fox News. Le informazioni sulla minaccia sono filtrate mentre gli Stati Uniti stavano pubblicando una «travel alert», cioè un avviso ai viaggiatori americani esteso a tutta l’Europa, ammonendoli sulla possibilità di un attentato di Al Qaeda e invitandoli a restare sempre vigili.
L’allerta diffuso dal Dipartimento di Stato americano aggiunge inoltre che gli statunitensi dovrebbero fare attenzione negli snodi cruciali dei trasporti e nelle altre località turistiche molto frequentate. Anche se la lista pubblicata da Fox News è molto più dettagliata, ed è stata in seguito confermata da un altro alto funzionario dei servizi segreti. Tra gli obiettivi la cattedrale di Notre Dame a Parigi, come pure la stazione centrale di Berlino e il suo punto di riferimento, la torre della tv di Alexanderplatz. Un funzionario ha dichiarato che la sicurezza è stata inoltre rafforzata intorno alla famiglia reale inglese.
Dopo l’allerta del Dipartimento di Stato, se il livello di pericolo dovesse ancora innalzarsi il governo Usa potrebbe invitare gli americani a non visitare l’Europa. Anche perché secondo i servizi segreti Osama bin Laden starebbe cercando di realizzare un attacco terroristico in più città modellato sul blitz nell’hotel di Mumbai di due anni fa. Il sottosegretario Usa alla Funzione pubblica, Patrick Kennedy, ha dichiarato che il governo non sta invitando gli americani a cancellare i loro piani per visitare l’Europa. Anche il ministero degli Esteri giapponese ha inviato un comunicato ai cittadini in viaggio o residenti nei Paesi europei sui pericoli di «possibili attacchi terroristici». L’avvertimento, riferiscono i quotidiani nipponici, è giunto il giorno dopo l’analogo provvedimento deciso dagli States.
E il primo obiettivo italiano dei terroristi islamici è l’aeroporto di Roma. Fiumicino è stato inserito nell’elenco di cinque scali europei a rischio secondo il governo di Washington. Lo afferma Abcnews citando un ufficiale della polizia Usa, che ha chiesto di restare anonimo e non ha fornito dettagli più precisi. Secondo la tv il governo Usa teme «il ripetersi degli attacchi del 1985 contro gli aeroporti di Roma e di Vienna, quando estremisti palestinesi gettarono granate e aprirono il fuoco contro viaggiatori che aspettavano alle biglietterie, ferendo 140 persone ed uccidendone 19, tra cui un bambino piccolo».
Ma anche a Milano c’è preoccupazione tra le forze dell’ordine sull’allarme terroristico di matrice islamica lanciato dagli Stati Uniti e definito «realistico» ieri mattina dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, che non ha escluso che l’Italia sia tra i luoghi nel mirino di una possibile nuova ondata di attentati. Anche a Milano, quindi, «l’attenzione è massima» ma, secondo quanto scrive l’Ansa, non sarebbero state intraprese per ora nuove forme di vigilanza, ma solo intensificate quelle già in essere nei confronti dei principali obbiettivi «sensibili». Nel primo pomeriggio si è riunito il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica al quale parteciperà, nel primo pomeriggio, il ministro degli Interni, Roberto Maroni, secondo il quale l’allarme è elevato anche se non ci sono segnali precisi.
All’ordine del giorno, oltre al caso Belpietro, ci potrebbe infatti essere l’intensificazione di qualche misura di prevenzione, in particolare a persone o a sedi legate al mondo del giornalismo. Ma non sono solo Milano e Roma a essere nel mirino dei terroristi. Sono infatti oltre 13.664 gli obiettivi sensibili presenti in Italia, con un impiego di 19.559 unità delle forze dell’ordine. Ben 2.960 si trovano solo nella provincia di Torino. E’ quanto risulta dall’ultimo Rapporto sulla criminalità del ministero dell’Interno, pubblicato nel 2006 e valido ancora oggi, che evidenzia anche un netto incremento nel tempo. Nel 2002 infatti, subito dopo l’attentato alle Torri gemelle, gli obiettivi protetti in Italia 6.157, meno della metà, con l’impiego di 10.524 unità.
Tra gli obiettivi a rischio sedi governative e di ambasciate, come quella americana in via Vittorio Veneto a Roma o quella israeliana in via Michele Mercati, ma anche la villa Berlusconi a Macherio e Villa Gernetto a Lesmo, entrambe in provincia di Monza. Minacciati anche luoghi simbolo della cultura come la Torre di Pisa e stazioni ferroviarie e della metropolitana, prima fra tutte quella milanese, che potrebbero essere presi di mira dai terroristi di Al Qaida per compiere un attentato nel nostro Paese. Dopo l’attacco alle Torri gemelle, il numero dei luoghi a rischio muta costantemente anche a causa delle diverse tipologie di minacce che provengono da Osama Bin Laden e dalle cellule integraliste che ruotano nella galassia jihadista.
In cima alla lista ci sono anche scuole e università di Paesi stranieri, in particolare quelle di Usa, Inghilterra e Israele, i luoghi di culto, primi tra tutti il Vaticano, luogo simbolo della cristianità, la Sinagoga di Roma, già colpita da un attentato terroristico nell’ottobre del 1982, e la Basilica di San Petronio a Bologna che ritrae Maometto all’Inferno. Un gradino sotto come grado di allerta ci sono le caserme e le basi delle forze armate e delle forze di polizia, le basi della Nato e quelle degli Stati Uniti – Aviano, Camp Darby a Livorno e la Ederle a Vicenza in particolare –, i trasporti che tradizionalmente rivestono anche un valore militare: ponti (come il Punta penna Pizzone a Taranto), ferrovie, grandi vie di comunicazione, centrali elettriche (come quella di Cerano a Brindisi), depositi di materiali radioattivi (l’ex reattore di Caorso in provincia di Piacenza), acquedotti, dighe.
L’OPERAZIONE STRADE SICURE – E ancora: tutti i luoghi simbolo delle città d’arte (il Canal Grande a Venezia), i principali musei (gli Uffizi di Firenze), i luoghi di ritrovo come i centri commerciali, le sedi di grandi aziende commerciali e finanziarie collegate a gruppi americani. Dopo l’11 settembre del 2001, alle forze dell’ordine che vigilano le zone a rischio – quasi 20mila agenti – si sono aggiunti l’esercito, per aumentare i controlli. L’operazione, lanciata nel 2008, si chiama «Strade Sicure» e coinvolge in tutto 4.250 soldati, di cui 1.688 a presidio fisso dei luoghi sensibili. Particolare attenzione al terrorismo: controllati 21.296 punti di aggregazione in un anno con 2.012 procedure di espulsione e 618 arresti. Sono 107 le minacce terroristiche segnalate nell’arco di sei mesi al Comitato di analisi strategica antiterrorismo.
Ma al di là del quadro che emerge dai rapporti ufficiali, qual è la situazione secondo gli esperti di terrorismo? Per il giornalista del Corriere della Sera, Guido Olimpio, intervistato da Ilsussidiario.net, «in Italia il rischio maggiore di attentati terroristici è concentrato in alcuni luoghi simbolo, obiettivi preferiti dalle cellule di Al Qaeda perché conosciuti in tutto il mondo». Secondo l’analista di via Solferino, «al primo posto nella lista degli obiettivi sensibili ci sono il Colosseo, la Basilica di San Pietro, i Palazzi istituzionali e del governo. Ma non escluderei neppure alberghi o altri luoghi frequentati da molte persone, sul modello dell’attentato a Mumbai». Anche se l’invito del giornalista del Corriere della Sera è a «non creare allarmismo, è vero che c’è un’allerta da parte degli Usa ma è finalizzata a far sì che i turisti o le persone in viaggio d’affari facciano maggiore attenzione negli aeroporti. Credo che i cittadini italiani debbano muovesi liberamente e non evitare nessun luogo per paura di attentati. Se viviamo nella paura i terroristi hanno già vinto».
E sull’elenco sui 13mila punti a rischio in Italia stilato dal ministero dell’Interno, Olimpio osserva: «Possono essere anche 20mila, quelli adottati in questi casi sono parametri e punti di riferimento. Certo la fantasia criminale non ha limiti, ma non dobbiamo pensare ai terroristi come a dei mostri o a dei robot che non sbagliano mai bersaglio: sono anche loro esseri umani e per fortuna la maggior parte delle volte falliscono». Infine sulla lista pubblicata da Fox News, l’editorialista osserva: «Il documento è stato attribuito dalla tv Usa a fonti dell’intelligence, e di sicuro contiene elementi interessanti. Ma chiunque sarebbe stato in grado di indicare certi luoghi. Del resto se le indicazioni fossero state così precise, chi progettava gli attentati sarebbe già stato catturato».
Quello che è certo è che, come scrive Fox News, le informazioni recenti suggeriscono che Al Qaeda e le organizzazioni affiliate continuano a pianificare attacchi terroristici. Il progetto di Bin Laden, in particolare, sarebbe di attaccare contemporaneamente diverse capitali europee, sul modello dell’attentato di Mumbai. I governi europei hanno preso delle contromisure per difendersi da un attacco terroristico e alcuni hanno parlato pubblicamente sull’innalzamento della minaccia di attentati. I terroristi potrebbero scegliere di utilizzare una varietà di mezzi e di armi e obiettivi di interesse sia ufficiale sia privato. I cittadini Usa sono invitati a ricordarsi del potenziale dei terroristi di attaccare il sistema dei trasporti pubblici e altre infrastrutture turistiche. I terroristi in passato hanno preso di mira e attaccato metropolitane e sistemi ferroviari, così come i servizi aerei e marittimi.
Secondo la Fox, la lista con le zone rosse a rischio attentati è stata fornita da un terrorista tedesco di origine pachistana o, secondo altre fonti, afghana, detenuto nella base militare di Bagram, in Afghanistan. Catturato lo scorso luglio e interrogato, Ahmad Siddiqui ha rivelato l’esistenza di un piano jihadista per colpire obiettivi in Europa – in particolare in Germania, Francia e Gran Bretagna – inclusi hotel e siti turistici. Ma non tutti i servizi segreti europei hanno apprezzato l’innalzamento dell’allerta Usa.
L’IRRITAZIONE DEL MI6 – Alcuni ufficiali hanno manifestato irritazione per l’allarme lanciato dagli Stati Uniti dopo la scoperta di un piano di Al Qaida per attaccare l’Europa. Lo scrive il quotidiano inglese The Guardian. Secondo diversi funzionari di intelligence, sicurezza e anti-terrorismo, le notizie diffuse dalla stampa Usa «non portano nuove informazioni» e il piano che sarebbe stato ordito direttamente da Osama bin Laden sarebbe «mal definito». I funzionari dell’MI6 minimizzano inoltre il legame tra il piano jihadista e l’incremento negli attacchi dei aerei Usa in Pakistan.
(Pietro Vernizzi)