Si è ucciso perché disoccupato. Un laureato in economia e commercio di 38 anni, ultima occupazione quella temporanea in un call center e dal dicembre 2009 più niente. L’uomo, di Ostuni, si è gettato da un treno in corsa. Probabilmente la depressione dovuta alla mancanza di una occupazione fissa.

Si indaga sui motivi. Nessuno lo avrebbe sentito parlare di suicidio, ma sentendo parenti e amici, la polizia ritiene che sia stata proprio la preoccupazione per il mancato lavoro a spingerlo al gesto estremo. Quasi contemporaneamente, un precario della scuola di 51 anni, Filippo La Spisa, a Palermo. Minacciava di buttarsi dal quarto piano della sede dell’ufficio scolastico provinciale.



Aveva appena saputo che quest’anno non avrebbe avuto alcun incarico lavorativo. L’uomo, padre di quattro figli, è stato convinto a scendere, e ha detto: “Ormai sono disperato ho lavorato per 42 mesi come precario nella scuola ma ora sono il numero 899 in graduatoria e non ho alcuna speranza di ricevere l’incarico per quest’anno”.



Il disoccupato pugliese invece non è stato possibile salvarlo. Si è gettato dal finestrino mentre il treno era in corsa. Una persona seduta vicino a lui ha cercato di fermarlo prendendolo per le gambe ma non è riuscito a fermarlo. La linea ferroviaria Bari-Lecce è rimasta bloccata per oltre un’ora prima che la circolazione dei treni riprendesse regolarmente.

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