Un uomo giapponese si è suicidato in diretta on-line dopo essere stato istigato a farla finita dagli utenti di una chat room. Il 24enne, il cui nome non è stato reso noto, è stato trovato morto nel suo appartamento nella città di Sendai all’alba di martedì mattina.

La polizia locale è stata allertata dai visitatori della pagina web Ustream e sono riusciti a identificare l’appartamento del ragazzo. Ma quando gli agenti sono arrivati, alle 8 del mattino, il 24enne era già morto. Secondo il quotidiano giapponese Yomiuri, l’uomo aveva annunciato la sua intenzione di togliersi la vita nella chat room on-line la scorsa settimana, dopo essersi lamentato per diverse settimane a causa di problemi che aveva dovuto affrontare sul lavoro. Impiegato in una banca, il 24enne era stato sospeso dal suo incarico a partire dallo scorso agosto.



L’uomo, che viveva da solo, aveva dato vita a uno streaming video in diretta a partire da domenica sera, ripetendo che le sue intenzioni erano quelle di suicidarsi. Mentre alcune persone hanno pubblicato dei messaggi tentando di parlargli per convincerlo a desistere dai suoi piani, altri lo hanno incoraggiato a farla finita. Forse credendo di stare assistendo a uno scherzo, come rivela il Daily Telegraph, alcuni visitatori gli hanno anche suggerito di agire in fretta e di farlo una volta per tutte. La polizia ha fatto sapere ai media locali che l’uomo in un primo momento ha tentato di impiccarsi al balcone del suo appartamento, poco prima delle 4 del mattino di martedì.



 

Quando il tentativo è fallito, i filmati mostrano l’uomo ripetere il suo gesto fino alle 5,30. Le persone che assistevano on-line discutevano chiedendosi se il filmato fosse autentico, fino a quando Ustream ha interrotto il collegamento e la polizia è stata informata. Nel 2009 sono stati ben 32.845 i giapponesi che si sono suicidati e le cifre probabilmente rimarranno sopra quota 30mila anche nel 2010, per il 13esimo anno consecutivo.

 

Secondo la polizia giapponese il numero dei suicidi continua infatti a salire. E le persone che si uccidono in seguito a patti stretti on-line, benché esigue rispetto al totale, stanno crescendo in modo significativo. La maggioranza di questi patti suicidi collegati a Internet si sono verificati in Giappone, ma simili episodi si sono registrati anche in Gran Bretagna, Stati Uniti e in tutta l’Europa.



 

In Giappone però il problema è così grave, che le autorità del Paese asiatico hanno pensato di arruolare alcuni parrucchieri con il compito di aiutare a contrastare l’impennata nel numero di suicidi. I funzionari di Toyama, una città 186 miglia a nordovest da Tokyo, ha lanciato il primo progetto nazionale in cui i parrucchieri sono utilizzati come mediatori tra i clienti con aspirazioni suicide e i consulenti professionali.

 

 

L’iniziativa, come sottolinea sempre il Daily Telegraph, fa leva sulla ben nota abilità dei parrucchieri nel creare un legame di empatia con i clienti che spesso sentono un sollievo nel confidare loro i problemi che stanno vivendo. Oltre 650 parrucchieri nella città sono stati coinvolti nel nuovo progetto, che include lezioni di addestramento con psicologi clinici per aiutarli a identificare le persone che hanno bisogno dell’aiuto di uno specialista. Ai parrucchieri sono state inoltre distribuite delle guide da consegnare ai clienti che ritengono possano stare soffrendo di depressione o avere pensieri suicidi, con tutte le informazioni per contattare psicologi in grado di fornire loro una consulenza psicologica.

 

Un portavoce del governatore di Toyama ha dichiarato: «Gli psicologi ci hanno proposto di utilizzare i parrucchieri come un punto di riferimento per raggiungere le persone. I clienti spesso stabiliscono una relazione rilassante con i parrucchieri e chiacchierano su una grande varietà di argomenti. Con questa idea in mente, abbiamo scelto di ottenere la cooperazione dei coiffeur per favorire la prevenzione dei suicidi».

 

Come parte del nuovo progetto, i parrucchieri prenderanno parte a sessioni di addestramento organizzate da funzionari del Comune con psicologi professionisti, che si concentreranno sui problemi relativi al suicidio.

 

(Pietro Vernizzi)