Il Vaticano condanna duramente la nomina del vescovo Giuseppe Guo Jincai da parte del governo cinese
E’ stata una decisione adottata «unilateralmente» e si tratta di una «grave violazione della libertà di religione e di coscienza»: così il Vaticano ha ufficialmente protestato per la nomina da parte del governo cinese, del vescovo Giuseppe Guo Jincai senza che il Papa ne desse autorizzazione. Nella nota del Vaticano, si fa presente che il Papa si sente «offeso» dalla nomina, pretesa dal governo a «scapito della atmosfera di rispetto faticosamente creata. Tale pretesa di mettersi al di sopra dei vescovi e di guidare la vita della comunità ecclesiale non corrisponde alla dottrina cattolica, offende il Santo Padre, la Chiesa in Cina e la Chiesa universale, e rende più intricate le difficoltà pastorali esistenti».L’investitura di Giuseppe Guo Jincai è avvenuta a Pingquan a Chengde, nella provincia dell’Hebei. Per il Vaticano rappresenta una «dolorosa ferita alla comunione ecclesiale e una grave violazione della disciplina cattolica». Non solo. Ratzinger ha appreso la notizia «con profondo rammarico», mentre la Chiesa denuncia il fatto «che negli ultimi giorni diversi vescovi sono stati sottoposti a pressioni e a restrizioni della propria libertà di movimento, allo scopo di forzarli a partecipare e a conferire l’ordinazione episcopale».
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La nota, infine, conclude ricordando come il Papa, nel 2007, avesse espresso la disponibilità della «Santa Sede a un dialogo rispettoso e costruttivo con le autorità della Repubblica popolare cinese, al fine di superare le difficoltà e normalizzare i rapporti». E conclude: «Nel riaffermare tale disponibilità, la Santa Sede constata con rammarico che le autorità lasciano alla dirigenza dell’Associazione patriottica cattolica cinese, sotto l’influenza del sig. Liu Bainian, assumere atteggiamenti che danneggiano gravemente la Chiesa cattolica e ostacolano detto dialogo».