Si comincia a indagare anche su Cosima Misseri, madre di Sabrina e moglie di Michele. La procura ritiene che la donna sia la chiave di volta per chiudere per sempre le indagini sull’omicidio di Sarah Scazzi.
Il giorno dopo la scomparsa di Sarah, il 27 agosto, Cosima Misseri esce di casa dopo le 10 di mattina. Nell’ora successiva parla al telefono tre volte con la figlia Valentina, quella che vive a Roma. Il fatto inquietante è che in quelle tre telefonate il cellulare di Cosima Misseri aggancia la cella telefonica numero 40035 che copre le campagne in località «Mosca» dove si trova il pozzo nel quale il marito il giorno prima aveva fatto scomparire il cadavere di Sarah.
E’ la stessa cella a cui si agganciò il cellulare di Micheel Misseri il 26 agosto, tra le 15 e le 15 e 30, proprio quando l’uomo stava nascondendo il cadavere di Sarah. Misseri parlò prima con Sabrina e poi con Cosima. C’è poi la certezza che Cosima abbia mentito: ha detto di non essere stata in casa la mattina del 26 agosto. Invece ecco cosa riportano i giudici del tribunale del riesame di Taranto: «La presenza di Serrano Cosima all’interno della abitazione la mattina del 26 agosto (costei ha sempre negato questa circostanza affermando di essere andata a lavorare nei campi e di essere rientrata per l’ora di pranzo, dopo le 13) è confermata oggettivamente dall’acquisizione di documentazione bancaria da cui risulta che costei, alle ore 12:18, aveva effettuato il versamento di due assegni bancari sul proprio conto corrente acceso presso la Banca di Credito Cooperativo di Avetrana».
Il funzionario della banca ha confermato la presenza della donna negli uffici. Adeso si sta indagando sulle matrici dell’assegno per verificarne la firma. Cosima Misseri ai carabinieri ha sempre detto che il 26 agosto era al lavoro. Ma se fosse stata al lavoro non avrebbe potuto versare gli assegni, quindi o lei mente o qualcuno ha falsificato la sua firma. Al lavoro risulta comunque che Cosima il 26 non si fece vedere.