Oggi, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l’opinione pubblica è chiamata da dati, numeri, statistiche, oltre che dai recenti fatti di cronaca, a soffermarsi su un fenomeno che diventa sempre più inquietante. Non è un mistero per nessuno infatti che, accanto alla violenza sui bambini, quella sulle donne è uno degli indicatori più sicuri per testare il grado di maturità del vivere comune.
Le udienze di papa Benedetto XVI da settembre a oggi sono dedicate a figure femminili della storia della Chiesa, che mettono in luce il contributo originale e la considerazione di cui hanno goduto nei secoli alcune grandi donne del passato. Conoscerne la vita e le opere è utile per apprezzare l’animo femminile, la sua ricchezza di intuizione, l’operosità, la capacità di compassione. Se la violenza che le donne subiscono ancora oggi in primo luogo in seno alla famiglia, dove più sicuri dovrebbero essere i rapporti, è una dolorosa ferita inferta alla società intera, l’esempio offerto da queste donne conforta l’animo.
Ildegarda di Bingen, monaca tedesca del XII secolo, manifesta nei suoi scritti “la versatilità di interessi e la vivacità culturale dei monasteri femminili del Medioevo, contrariamente ai pregiudizi che ancora gravano su quell’epoca”. Si occupa di medicina e di scienze naturali, di musica, compone inni, antifone e canti, gioiosamente eseguiti nei suoi monasteri, diffondendo un’atmosfera di serenità, e che sono giunti anche a noi. Esercita il ministero dell’autorità in modo esemplare per ogni comunità religiosa, suscitando una santa emulazione nella pratica del bene.
Venendo a Chiara il Pontefice si sofferma sul suo rapporto con Francesco: “Soprattutto al principio della sua esperienza religiosa, Chiara ebbe in Francesco d’Assisi non solo un maestro di cui seguire gli insegnamenti, ma anche un amico fraterno. L’amicizia tra questi due santi costituisce un aspetto molto bello e importante. Infatti, quando due anime pure ed infiammate dallo stesso amore per Dio si incontrano, esse traggono dalla reciproca amicizia uno stimolo fortissimo per percorrere la via della perfezione. L’amicizia è uno dei sentimenti umani più nobili ed elevati che la Grazia divina purifica e trasfigura. Come san Francesco e santa Chiara, anche altri santi hanno vissuto una profonda amicizia nel cammino verso la perfezione cristiana, come san Francesco di Sales e santa Giovanna Francesca di Chantal”.
Come mostra la vita di santa Matilde di Helfta, anche alle donne più equilibrate e interiormente ricche non mancano periodi di crisi spirituale di grande intensità, segno che le grazie ricevute non preservano dalle sofferenze dovute alla debolezza umana. Sua discepola è Gertrude la Grande, affascinata dalla musica, dalla letteratura, dall’arte della miniatura fino a trascurare le Sacre Scritture: “Ha un carattere forte, deciso, immediato, impulsivo; sovente dice di essere negligente; riconosce i suoi difetti, ne chiede umilmente perdono. Con umiltà chiede consiglio e preghiere per la sua conversione. Vi sono tratti del suo temperamento e difetti che l’accompagneranno fino alla fine, tanto da far stupire alcune persone che si chiedono come mai il Signore la prediliga tanto”.
Singolare la storia della beata Angela da Foligno. La racconta così il Papa: “Nata intorno al 1248 in una famiglia benestante, rimase orfana di padre e fu educata dalla madre in modo piuttosto superficiale. Venne introdotta ben presto negli ambienti mondani della città di Foligno, dove conobbe un uomo, che sposò a vent’anni e dal quale ebbe dei figli. Alcuni avvenimenti, come il violento terremoto del 1279, un uragano, l’annosa guerra contro Perugia e le sue dure conseguenze incidono nella vita di Angela, la quale progressivamente prende coscienza dei suoi peccati, fino ad un passo decisivo. Siamo nel 1285, Angela si confessa. Tre anni dopo, la strada della conversione conosce un’altra svolta: lo scioglimento dai legami affettivi, poiché, in pochi mesi, alla morte della madre seguono quelle del marito e di tutti i figli. Allora vende i suoi beni e nel 1291 aderisce al Terz’Ordine di San Francesco”.
Benedetto XVI ricorda poi la grande carità verso i poveri di santa Elisabetta d’Ungheria e si sofferma sulla figura di santa Brigida di Svezia, compatrona d’Europa. Di lei apprezza “quella che oggi potremmo definire un’autentica spiritualità coniugale. Non poche volte è la donna che con la sua sensibilità religiosa, con la sua delicatezza e la dolcezza riesce a far percorrere al marito un cammino di fede. Penso con riconoscenza a tante donne che, giorno dopo giorno, ancor oggi illuminano le loro famiglie con la loro testimonianza di vita cristiana”.
Infine, di Caterina da Siena il Papa mette in luce il dono della maternità spirituale, il rispetto per i sacerdoti, anche indegni, in forza del loro ministero, il dono delle lacrime, indice di una sensibilità piena di commozione e di tenerezza.