Otto testimoni per scagionare Sabrina Misseri. E’ l’ultima disperata mossa della cugina, presunta assassina, di Sarah, o una nuova imprevedibile svolta di una inchiesta che sembra veramente senza fine. Per Sabrina Misseri, che rischia un ergastolo, i tempi stringono.
Anche perché il padre Michele l’ha ormai definita l’unica colpevole. Oggi la moglie Cosima è andata in carcere a trovare il marito per la prima volta dopo il suo arresto. Fra gli otto testimoni tirati in ballo, anche uno che potrebbe smontare le parole di Mariangela, l’amica che ha più volte smentito le parole di Sabrina. Secondo i difensori la ragazza ha del risentimento verso Sabrina, sempre per via di Ivano. «Dunque non è una testimone genuina».
Un punto fondamentale, poi, per i difensori di Sabrina, è la scarsissima credibilità del padre, Michele Misseri, una persona che ha cambiato tesi almeno cinque volte. «Secondo noi Michele Misseri è affetto da un disturbo mentale, la misoginia, ecco perché ha ucciso Sarah e adesso si vuole vendicare con Sabrina e le altre donne di casa» dice l’avvocato Russo. Poi l’arma del delitto, la cintura, e la corda usata per calare il cadavere di Sarah nel pozzo che Misseri ha fatto ritrovare nei giorni scorsi.
Gli avvocati di Sabrina dicono: «Se Sabrina fosse davvero colpevole avrebbe avuto modo e molto tempo di far sparire tutto». Infine si sostiene che c’erano altre persone coinvolte nell’omicidio: «I tempi sono troppo stretti. Come avrebbe potuto fare tutto in quei pochi minuti?». Meno di sette, a essere precisi. È il solo lasso di tempo – nella fascia oraria fra l’arrivo di Sarah a casa di sua cugina e quello di Mariangela davanti al cancello – durante il quale non risulta che Sabrina abbia usato il suo cellulare, né messaggi né chiamate.