La legge italiana, sottolinea un magistrato di Firenze, non sanziona gli aborti effettuati senza necessità

Nel corso dell’incontro sul libro “L’aborto e i suoi retroscena”, Giacomo Rocchi, giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, ha messo in luce – come riporta l’agenzia di stampa Sir – un aspetto controverso della legge italiana sull’interruzione di gravidanza: «La legge italiana – ha dichiarato – non sanziona l’aborto senza necessità, sanziona solo l’aborto clandestino». Secondo il magistrato, avviene, di fatto, «anche dopo i tre mesi l’aborto è consentito, su richiesta della donna, che in genere avviene dopo una diagnosi prenatale sfavorevole». Se, poi, nel nostro Paese il l’aborto dopo i tre mesi è passato dallo 0.7 per cento del 1980 al 2.7 di oggi, vuol dire che «in Italia l’aborto volontario è un diritto», che si esercita in virtù del «principio di autodeterminazione della donna».



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Dal canto suo, Alessia Affinito, che ha curato il libro, ha ricordato che «in Europa nel 2008 ci sono stati 3 milioni di aborti, negli ultimi 15 anni 20 milioni». Un cancro per la convivenza civile: «noi tutti non esistiamo dalla nascita, ma dal concepimento», ha detto. «La democrazia sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini, ma poi consente l’aborto legale. E’ una contraddizione gravissima».



 

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