Amanda Knox, in lacrime nel corso di una dichiarazione spontanea di fronte alla Corte d’assise d’appello di Perugia, ribadisce la sua innocenza.

La voce è spezzata dal pianto. Le parole rivolte ai familiari di Meredith, la ragazza uccisa a Perugia il 1 novembre 2007: «alla famiglia di Meredith voglio dire che mi dispiace molto perché non c’è più». A parlare è Amanda Knox, la studentessa di Seattle condannata in primo grado a 26 anni di carcere per omicidio. Amanda, prendendo la parola per una dichiarazione spontanea di fronte alla Corte d’assise d’appello di Perugia, aggiunge, riferendosi alla famiglia di Meredith che segue il processo dall’Inghilterra: «Anche io ho delle sorelle più piccole e solo l’idea della loro mancanza mi terrorizza. È inconcepibile quello che avete subito voi e Meredith. Non è giusto. Anche io ricordo Meredith e il mio cuore è spezzato per tutti voi. Sono onorata di averla potuta conoscere».



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A quel punto Francesco Maresca, uno degli avvocati di parte civile, lascia l’aula. La ragazza continua: «Stiamo pagando con la nostra vita un crimine che non abbiamo commesso. Io sono innocente. Raffaele è innocente». E ribadisce: «Non abbiamo ucciso Meredith. È stato commesso un errore – ha aggiunto – e nessuna giustizia sarà resa a Meredith condannando noi che non c’entriamo niente. Nessuna giustizia è compiuta togliendoci le nostre vite».



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