Il presidente della Conferenza Episcopale italiana cardinale Bagnasco è intervenuto al X Forum del Progetto culturale della Cei, dedicato a “Cattolici ‘soci fondatori’ del Paese”.

Al proposito, Bagnasco chiede un “federalismo veramente solidale” ricorda l’unità d’Italia come “conquista preziosa e ancoraggio irrinunciabile”. Per il prossimo voto di fiducia del 14 dicembre, il cardinale chiede fiducia a tutti: : “Dobbiamo avere tutti molta fiducia nel futuro – afferma parlando con i giornalisti – L’Italia e il popolo italiano sono ricchi di potenzialità e valori e meritano tutta l’attenzione che i governanti, i politici e tutte le persone responsabili devono avere nei confronti del nostro popolo”.



Nel discorso, Bagnasco ha dunque toccato il tema dell’unità d’Italia: “Nella sollecitudine per il bene comune rientra l’impegno a favore dell’unità nazionale, che resta una conquista preziosa e un ancoraggio irrinunciabile”. Il federalismo: “Nel terreno fertile dello ‘stare insieme’ si impianta anche un federalismo veramente solidale: uno stare insieme positivo che non è il trovarsi accanto selezionando gli uni o gli altri in modo interessato, ma che è fatto di stima e rispetto, di simpatia, di giustizia, di attenzione operosa e solidale verso tutti, in particolare verso chi è più povero, debole e indifeso”.



Ha quindi aggiunto: "Quando in una società si mantiene la gioia diffusa dell’aiutarsi senza calcoli utilitaristici, allora lo stato percepisce se stesso in modo non e si costruisce aperto nel segno della solidarietà e della sussidiarietà. E da questo humus di base, che innerva i rapporti nei mondi vitali – famiglia, lavoro, tempo libero, fragilità, cittadinanza – che nasce quella realtà di volontariato cattolico e laico che fa respirare in grande e che è condizione di ogni sforzo comune, e di operosa speranza".

Ai politici ricorda di non avere atteggiamento "autoreferenziale, chiuso nel palazzo" e ad ascoltare il "popolo" inteso come "anima dinamica dello stato". Eutanasia: Evitare ogni dialogo tra sordi. Ha detto ai giornalisti: "Bisogna capire che i temi etici di fondo non sono una questione confessionale ma una questione di ragione. E’ un pregiudizio che continua a persistere. Se si prosegue questa schematizzazione per cui ci sono argomenti di carattere confessionale a fronte di una visione diversa, si continua a parlare tra sordi". Infine l’auspicio che nasca "una generazione nuova di italiani e di cattolici che sentono la cosa pubblica come fattore importante e decisivo, che credono fermamente nella politica come forma di carità autentica perché volta a segnare il destino di tutti".



Si tratta di un "sogno a occhi aperti" che non vuole "disconoscere quanto di positivo c’è già" e si può nutrire della "cooperazione scaturente da esperienze già presenti sul campo".