Il gip del tribunale di Roma, Maria Teresa Covatta, ha respinto l’istanza presentata dai legali dello Ior in merito al sequestro di 23 milioni di euro depositati su un conto del Credito Artigiano Spa.
L’inchiesta in cui è coinvolto l’Istituto per le Opere religiose è stata disposta in merio a una inchiesta su presunte omissioni legate alle norme antiriciclaggio da parte della banca vaticana. Sono indagati nell’inchiesta l presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e il direttore generale Paolo Cipriani. Le motivazioni del gip: “In particolare risultano intervenute modifiche sostanziali rispetto al quadro indiziario preesistente in ragione della persistenza di quella che correttamente il pm definisce ‘globale confusione’ delle disponibilità sui conti riferibili allo Ior, testimoniata dalla impossibilità di fatto di individuare da parte della banca depositaria i clienti Ior beneficiari di bonifici e assegni, la cui identificazione passa esclusivamente per il tramite dello stesso Ior, senza possibilità di controllo e riscontro da parte delle autorità italiane”.
"Del pari – sottolinea ancora il giudice Covatta – il quadro non sembra mutato alla luce dell’accordo di collaborazione siglato con il Credito Artigiano, per la verità neppure datato, sì che non è noto quando sia stato effettivamente stipulato: accordo generico che comunque non sembra introdurre elementi di novità rispetto alla problematica sopra evidenziata inerente le modalità, indirette, incerte e comunque non riscontrabili, di identificazione dei clienti Ior di cui si è detto sopra".