Le immagini di Cristiano, il ragazzo colpito in faccia con un casco da motociclista durante gli scontri di Roma alla manifestazione del 14 dicembre, hanno fatto scalpore.

Nel video si vedono tre ragazzi che cercando di fermare l’assalto degli studenti a un blindato dei carabinieri in via Botteghe Oscure. Si vede Cristiano lanciare qualcosa (poi si saprà essere una mela), uno dei tre ragazzi si stacca dal gruppo e colpisce Cristiano in volto con un casco integrale. Il tipo si allontana e un altro dei tre si avvicina a Cristiano, si copre il volto con una sciarpa e fa il saluto fascista, o almeno così sembra.



Cristiano è a terra con il volto insanguinato. All’ospedale gli diagnosticano un ematoma cerebrale di otto millimetri, ha una frattura scomposta al setto nasale, una lieve frattura al lobo temporale, un occhio visibilmente pesto. Adesso si è presentato in procura un giovane, un tale Manuel De Santis. Ha dichiarato di essere lui la persona che ha colpito Cristiano al viso.



I suoi legali hanno diffuso un comunicato stampa: "Adempiendo ad un dovere morale ed al fine di appagare le giuste richieste della famiglia di Cristiano, ferito durante la manifestazione del 14 dicembre, il ventenne Manuel De Santis ha presentato sabato scorso alla Procura della Repubblica di Roma a mezzo dei suoi avvocati, una dichiarazione nella quale si assumeva la responsabilità dell’accaduto. I genitori di Manuel e lo stesso ragazzo, partecipi della preoccupazione della famiglia di Cristiano, chiedono di potersi incontrare privatamente con gli stessi».

Ha commentato Cristiano: «Quel tipo non l’ avevo mai visto, nemmeno alla partenza della manifestazione. È comparso così, senza che me ne accorgessi, non mi sono reso conto che mi aveva preso di mira. Non ricordo nulla di quel momento, mi sono risvegliato poco dopo in una via vicino piazza Venezia dove mi hanno portato alcuni studenti che mi hanno soccorso», ha raccontato Cristiano nei giorni scorsi ai giornalisti. «Chi se lo immaginava che lanciando un po’ di frutta mi sarebbe arrivato un casco in testa. Eravamo andati lì per manifestare con il motto "Lotta dura con la verdura" e poi sono stato aggredito».