– La Chiesa cattolica celebra oggi S. Pietro Kanijs. Nato a Nimega, in Olanda, nel 1521, ha la possibilità, in quanto figlio del borgomastro, di accedere a importanti scuole. Studia diritto canonico a Lovanio e diritto civile a Colonia. In questa città ama trascorre il tempo libero nel monastero dei certosini. La lettura degli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio provoca in lui un sommovimento interiore tale da fargli abbandonare una carriera legale sicura per entrare, l’8 maggio 1543, nel giorno del suo 22esimo compleanno, nei gesuiti.



Sarà l’ottavo membro dell’ordine fondato pochi anni prima, il primo in Germania. Nella Compagnia si dedica alla sua passione per lo studio della teologia. Si deve a lui la pubblicazione delle opere di S. Cirillo di Alessandria, di S. Leone Magno, di S. Girolamo e di Osio di Cordova. Nel gennaio 1547 il cardinale Otto Truchsess von Waldburg, vescovo di Augusta lo chiama a partecipare al Concilio di Trento, dove Pietro inizierà a usare la forma latina del suo nome, Canisio.



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Nel Concilio si distingue per la sua preparazione e per la capacità di sapere mediare tra le opposte fazioni. Chiamato in Italia da Ignazio fonda il primo collegio gesuita in Sicilia e insegna teologia a Bologna. Tornato in Germania diventa rettore all’Università di Ingolstadt, dove insegna teologia. In questi anni il suo impegno maggiore consiste nell’attività controriformistica.

Apprezzato per i suoi modi cortesi, il suo catechismo, la Summa doctrinae christianae, ideato come risposta al pensiero luterano, è ristampato, mentre era in vita, ben 200 volte. Pietro Canisio assume l’appellativo di secondo apostolo della Germania (il primo è S. Bonifacio). Quando papa Pio V gli offre la berretta cardinalizia, Pietro chiede di poter rimanere presso la sua comunità a continuare a svolgere il suo umile servizio.



Muore a Friburgo, in Svizzera, il 21 dicembre 1597. Nel 1925 è proclamato santo e dottore della Chiesa da papa Pio XI.