Strasburgo condanna l’Italia per i ritardi degli indennizzi legati alla lunghezza dei processi.
Maxi condanna all’Italia da parte della Corte europea dei Dritti dell’uomo. Strasburgo imputa al nostro Paese i ritardi con cui vengono pagati gli indennizzi a causa dell’esagerata lunghezza dei processi. In ben 475 ricorsi presentati, altrettanti soggetti che hanno dovuto aspettare dai 9 mesi ai 4 anni per un risarcimento, hanno ottenuto ragione.
Considerando che la normativa limita a sei mesi i tempi previsti per gli indennizzi, la Corte, alla luce di tali sentenze, chiede all’Italia di rivedere la legge Pinto sulla ragionevolezza dei processi e fa presente che il ritardo nei pagamenti è un «problema diffuso». Strasburgo ha anche disposto che l’Italia paghi ad ogni ricorrente 10mila euro per le spese sostenute e 200 euro di danni morali.
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Sono oltre 3.900 i ricorsi presentati per il ritardato pagamento pendenti presso la corte, mentre il loro numero è salito dai 613 del 2007 ai 1.340 del 7 dicembre 2010. «Pur non appoggiando tutte le riforme attualmente all’esame della Camera», scrive la Corte, «considera che questo sia l’ambito ideale per prendere in considerazione le indicazioni della Corte stessa e le raccomandazioni sinora fatte dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa».